13 novembre 2013

Sicurezza e difesa nell'agenda congiunta Euro-Asiatica

Ilaria Lezzi



Alla luce delle frenetiche dinamiche geo-politiche del Sud-Est asiatico, dalla crisi nucleare coreana, alla contesa su preziose isole, all'emersione del ruolo globale della Cina, il Giappone di Shinzo Abe -che conserva ancora gli strascichi dell'assetto post-bellico- intende riprendersi la forza militare di cui è stato privato nel 1945, in modo da poterla amalgamare alla sua muscolatura economica e sentirsi quindi attore a pieno titolo nello scacchiere regionale ed internazionale. In questo siparietto, che ruolo hanno gli Stati Europei - la stessa europa che ha vissuto, come gran parte del continente asiatico, sotto l'ombrello protettivo americano -in un momento di palese affaticamento internazionale degli Stati Uniti?

22 ottobre 2013

L'importanza dell'eredita' di Tony Blair

Tony Blair è indiscutibilmente il mio personaggio politico preferito. Mi affascina ciò che ha fatto; quello che è stato. Tony Blair incarna alla perfezione il mio ideale di leader politico (vincente). Tony Blair, infine, è un laburista; e ha vinto e governato, da laburista.
L’ultimo discorso di Tony Blair da leader del partito e Primo Ministro, quello del 26 settembre 2006, a Manchester, in occasione del “Labour Party Annual Congress”, io lo ritengo uno dei più riusciti e bei discorsi politici che abbia mai avuto l’occasione di ascoltare. Per forme, stile e contenuti. Emozionante, oserei dire.

I tempi cambiano, le circostanze mutano. Tony Blair ha interpretato alla perfezione lo spirito del tempo del momento storico in cui si è trovato a guidare il Labour e l’opera che ha portato a termine è stata quella appropriata per quel momento.
I tempi cambiano, le circostanze mutano. Ma certi insegnamenti, certi convincimenti, quelli restano. E attraversano il tempo.
Su quelli noi dovremmo approfonditamente riflettere. E’ quella, in fondo, l’eredità che l’esperienza di Tony Blair lascia anche alle forze del centrosinistra italiano.
Credo che valga la pena riportare alcuni dei passaggi del discorso di Manchester, i più significativi, a mio parere. Questi:
The beliefs of the Labour party of 2006 should be recognisable to the members of 1906. Full employment; strong public services; tackling poverty; international solidarity. The policies shouldn't. The trouble was for a long time they were.”
"Le idee del Partito Laburista del 2006 dovrebbero essere riconoscibili ai membri del 1906. Piena occupazione; servizi pubblici forti; lotta alla povertà; solidarietà internazionale. Le politiche pubbliche, invece, non dovrebbero esserlo. Il problema è che, per lungo tempo, lo sono state."
The lesson is always the same. Values unrelated to modern reality are not just electorally hopeless, the values themselves become devalued. They have no purchase on the real world. We won not because we surrendered our values but because we finally had the courage to be true to them.”
"L’insegnamento è sempre lo stesso. I valori estranei alla realtà moderna e contemporanea non sono solo elettoralmente senza speranza, ma perdono il loro stesso valore. Essi non hanno alcuna presa sul mondo reale. Noi non abbiamo vinto non perché abbiamo abbandonato i nostri valori, ma perché abbiamo finalmente avuto il coraggio di essere loro fedeli."
They say I hate the party, and its traditions. I don't. I love this party. There's only one tradition I hated: losing.
"Si dice che io odi il partito, e le sue tradizioni. Ma non è vero. Io amo questo partito. C’è solo una tradizione che ho sempre odiato: perdere."
Riflettiamo sulle parole che ormai sette anni fa Tony Blair pronunciò a Manchester. E riflettiamo su ciò che Tony Blair ha fatto per il suo partito e per il suo paese. Magari può essere utile al prossimo congresso del Partito Democratico.
(Qui potete leggere il testo del discorso; qui, invece, i link per i video: parte 1, parte 2, parte 3, parte 4).


Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/blogs/beleid/l-importanza-dell-eredita-di-tony-blair#ixzz2iSw1weqA
Prendo spunto da questa "interessante" conversazione tra la Gruber e Matteo
( http://www.la7.tv/richplayer/index.html?assetid=50363152 ) per scrivere due righe su un argomento a me molto caro: l'istruzione superiore in Italia.
Tralasciando l'incredibile ( tale per un personaggio che vorrebbe essere il leader politico di questo paese ) ignoranza sull'argomento, mascherata dalla sua solita retorica, quello che mi stupisce di più è che non ho sentito nessuno nè in questa intervista nè in altre costruire. un discorso concreto sull'Università Italiana.
Ci provo io.
Ad oggi tutti fanno un gran parlare di ranking, il primo è proprio Teo che cita correttamente la  non invidiabile posizione dell'Ateneo di Bologna il quale vanta la 188° posizione nella classifica mondiale, primo tra le Università italiane.
Ma queste liste servono a qualcosa, davvero? In un paese come l'italia ovviamente la risposta è "no". Questo, a mio parere, perchè l'Università Italiana si basa su di un finanziamento pubblico, non ha grandi afflussi di studenti dall'estero ( cioè non ha molto appeal ) e quindi la poszione nel ranking non influisce, come succede in altri paesi, sui fondi che essa riceve o sugli studenti che fanno domanda per essa. Detto ciò, è veramente come ha detto il nostro amato sindaco, che il vero problema dell'università sia il "gelminiano baronato"?
Anche qui, secondo me, la risposta è "no". Non fraintendiamo, il problema esiste, eccome, ve lo dice chi ha vissuto e lavora nel mondo dove il baronato si esprime nelle sue forme meno eleganti e più concrete ma non è quwesto che frena gli Atenei  e lo si può dimostrare. Dati alla mano, possiamo smentire immediatamente due luoghi comuni: troppi laureati/ troppi professori ed un offerta formativa ipertrofica per abitante. Infatti questa storia è stata per anni ripetuta a tutti dalla maggior parte degli organi di stampa ma è davvero così? come spesso accade, no e lo dimostriamo dati alla mano. In Italia, considerando anche le Università Telematiche ( sulla qualità formativa delle quali non mi esprimo ) il numero di Atenei per milioni di abitanti è imbarazzante (Fig.1) così come, anche peggio, è il dato relativo alla % di abitanti tra i 25 ed i 34 anni con un titolo di studio (Fig.2)
      
Fig.1 Numero di Atenei per abitante                                  Fig.2 Percentuale della popolazione “giovane” con in mano una laurea

A mio parere il dato incredibile è proprio quest'ultimo, soprattutto perchè è in netto contrasto con l'opinione pubblica che ormai in Italia tutti fanno l'Università e non lavorano, che i giovani Italia si parcheggino negli Atenei, supportati da mamma e babbo. Dati alla mano, non è così.
Detto ciò, torniamo al problema del ranking. Dell'utilità nel nostro paese ne ho già discusso, quello che mi preme è focalizzarmi su due argomenti principali:

- concorrenti nella classifica
- l'unico ranking che dovrebbe contare per le università

-Riguardo ai concorrenti, per essere paradigmatici prendiamo la prima della classe cioè Harvard University che ogni anno riceve la bellezza di quasi 5MLD $
( http://harvardmagazine.com/2012/11/harvard-reports-break-even-financial-2012 ) con cui deve amministrare nove Facoltà mentre l'Università Italiana, TUTTA, prende fal FFO nemmeno 6 MLD, per amministrare 66 Atenei ( http://www.camera.it/temiap/temi17/FFO-2013.pdf ). Come si fa a concorrere ad armi pari? Impossibile. Si potrbbbe parlare dell'argomento "finanziamento all'università" ma il discorso sarebe lungo, troppo e magari scriverò qualcos'altro in questi giorni.
- I ranking che vengono pubblicati ogni anno e che ogni anno ci ricordano come l'italia sia fuori classifica non sono specchi veritieri della "salute" della ricerca universitaria in Italia. Da un lato questo ci denigra perchè facciamo sempre la figura dei perecottari, dall'altra ci dovrebbe esaltare perchè nonstante la situazione allarmante appena descritta se andiamo a vedere i dati pubblicati da SCIMAGO, per il periodo 1996-2012 (http://www.scimagojr.com/countryrank.php)  l'Italia si posiziona ad un invidiabile ottavo posto. Questa particolare classifica viene stilata in base al numero di articoli accademici accettati dalle riviste di riferimento e di citazioni in altri articoli e libri di testo degli autori degli stessi. Cioè valuta il "peso specifico" di ciò che gli universitari italiani pensano e scrivono, ossia l'importanza che la ricerca italiana ha nel mondo. Ecco allora che, secondo me, questa dovrebbe essere l'unica classifica utile per valutare la salute dell'Istruzione Superiore nel nostro paese.
Ora, quindi, cosa ce ne facciamo degli "hub della ricerca" proposti da Matteino?

Ovviamente nulla, trattasi di altra proposta demagogica che in concreto non significa nulla. Invece di riprendere vecchi temi dell'epoca nera della Gelmini perchè il Renzi non parla di come passare più fondi alla ricerca e di come trovare ulteriori sovvenzioni per i nostri Atenei. Il sottoscritto ha un idea molto diversa da quella della maggior parte della gente con cui ha parlato su come dovrebbero arrivare i fondi alle Università, idea su cui non mi soffermerò ma voorei che i nostri presunti leader cominciassero a parlarne, a discutere meno di Ruby e più di Uni.

22 settembre 2013

Il "mio" sindaco e la mia Università

Giovanni Barbagli

Prendo spunto dall' "interessante" conversazione tra la Gruber e Matteo Renzi a 8 e Mezzo per scrivere due righe su un argomento a me molto caro: l'istruzione superiore in Italia.

19 settembre 2013

Obama-Putin: attenti a chiamarla guerra fredda

Ilaria Lezzi

Il siparietto degli ultimi tempi, dal caso Snowden, alle sabbie mobili del perenne interventismo americano, alla proposta amichevole di Putin e, soprattutto, al suo voler esprimere la "posizione russa" sul New York Times, hanno reso facile a molti parlare di una "nuova guerra fredda". L'associazione tra due episodi o periodi storici, oltre che essere inappropriata storicamente, offusca la lettura dei fatti. Quella di oggi è una storia di un gigante sofferente e dell'intenzione di chi gli sta di fronte, di aiutarlo a prendere consapevolezza del suo stato.

25 agosto 2013

Sondaggi, falchi e primarie

Francesco Pignotti
Quanto affidamento possiamo fare sui risultati dei sondaggi, in Italia, dopo ciò che accaduto alle ultime elezioni politiche? Molto poco, si direbbe.
Eppure, se proprio si vogliono andare a vedere, questi sondaggi, si scopre ad esempio che SWG, IPR Marketing, Tecnè, Euromedia Research ed Istituto Piepoli danno tutti in vantaggio il Pdl di Silvio Berlusconi sul Partito Democratico, secondo le ultime rilevazioni.

23 agosto 2013

L' EU sapevi che...? cosa è successo in Europa in quest'ultima settimana

Filippo Barbagli

Spesso, ed aggiungerei a ragione, ci si lamenta sul gap d'informazione tra le istituzioni europee ed i cittadini, il quale sicuramente non aiuta a creare una percezione "europeista" della realtà che ci troviamo a vivere. Eppure l'Europa è parte fondamentale delle nostre vite, sul piano lavorativo, sociale, politico, educativo e via dicendo. Dai finanziamenti del FSE alle direttive sui consumi e tutela del cibo, dai viaggi low-cost all'agricoltura, dagli scambi all'estero alle influenze delle dinamiche politiche del continente. Così ho deciso di provare, nel mio piccolo, di filtrare qualche informazione su quello che l'Europa ha fatto negli ultimi giorni. Giusto per rendersi conto che non è qualcosa lontano da noi. 
Ditemi voi, ogni critica sarà più che ben accetta!

18 luglio 2013

Il PD e quella minoranza indignata

Alessandro Bezzi

Mi ero promesso di non scrivere niente degli equilibrismi politici di questo PD: non solo perché c’è chi lo ha già fatto molto meglio di quanto saprei fare io (Wu Ming su Internazionale, per dirne una), ma soprattutto perché mi pare inutile, visto il peso e la coerenza politica che il centrosinistra sta dimostrando di avere. Stuzzicato da qualche amico, però, ho pensato di fissare alcuni spunti.

12 luglio 2013

Pompei: al British Museum i milioni, a noi i pomodori

Postiamo oggi una lettera che un nostro affezionato lettore, Adriano Mancinelli, studente al King's College di Londra, ha scritto a due deputate della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, Laura Coccia (PD) e Chiara Di Benedetto (M5S). Quando ieri questa lettera è stata pubblicata sul nostro gruppo di Facebook , ha suscitato un interessante ed appassionante dibattito, quindi ci è sembrato opportuno favorirne maggiormente la diffusione. 
(fonte, napoli.repubblica.it)

4 luglio 2013

L'Egitto del golpe (apologia delle rivoluzioni perdute - parte III)

(Associated Press)
Ilaria Lezzi e Filippo Barbagli


Quanto pesano le esportazioni ideologiche e quanto pesano le associazioni tra contesti differenti
Partiamo dall'incipit: da come gli occidentali vedono piazza Tahrir. Da un punto di vista alla occidentale, forse prossimi all' anniversario della Presa della Bastiglia. Non ci posson far nulla: quando vedono gente in piazza l'associano a "Democrazia & Libertà": concetti nobilissimi, che la storia occidentale si è guadagnata, che mondi a noi vicini latitanti nel tugurio più nero apprezzano e aspirano, ma con accezioni diverse.

1 luglio 2013

Ponte Vecchio, ponte di tutti

Alessandro Bezzi

Premessa: questo non è un pezzo “classico” su elezioni, comunicazione politica o equilibri di partito. Semplicemente, vuole essere uno spunto per parlare della decisione del sindaco di Firenze di chiudere Ponte Vecchio sabato. L’auspicio è che ne nasca una discussione più approfondita sul rapporto di Firenze con la sua storia e su quali possano essere i limiti di un’amministrazione comunale senz’altro forte e decisionista come quella di Renzi.

9 giugno 2013

Ecco perché non si farà il semipresidenzialismo

Francesco Pignotti

Il dibattito sulle riforme istituzionali ruota in questi giorni attorno alla questione semipresidenzialismo sì/semipresidenzialismo no. Non è certo una novità nel nostro paese, dal momento che la possibile imitazione della forma di governo che caratterizza la quinta repubblica francese è un punto all’ordine del giorno da diversi anni.

Non intendo dilungarmi nell’analisi di quali sarebbero pregi e difetti, benefici e rischi di un’eventuale importazione del modello semipresidenziale francese in Italia.

2 giugno 2013

Con OccupyGezi si decide il futuro della Turchia...e delle primavere arabe.

Filippo Barbagli

"Primavera turca".
Già in molti tendono ad associare le manifestazioni che in questi ultimi 4 giorni si sono diffuse a macchia d'olio nelle maggiori città turche a quelle che due anni fa spazzarono via vecchi sultani, da Tripoli a Sa'ana. 
E sinceramente non so se spaventarmi, visto l'esito, ancora controverso, che la primavera araba ha avuto in Egitto o con la guerra civile in Siria, di cui ci stiamo limitando a contare i morti e parlare delle atrocità come chiacchiere da bar, senza intervenire.

29 maggio 2013

6 trucchi per fare del "porcellum" la legge perfetta

Francesco Pignotti

Come un fiume carsico, la questione della riforma della legge elettorale periodicamente riemerge all’onore della cronaca politica per poi tornare a nascondersi (forse) nelle stanze dei bottoni. Che qualcosa vada fatto, però, su questo non vi è dubbio alcuno. L’attuale legge elettorale viene comunemente chiamata “porcellum”, e se da una parte il nome sembra adatto per identificarla, dall’altra non rende giustizia di certi aspetti molto positivi della legge Calderoli.

22 maggio 2013

Cosa lega Antonio Conte ed Angelino Alfano?

Francesco Pignotti

Affrontare la delicata questione del rapporto tra politica e giustizia in Italia significa scoperchiare un vaso di Pandora che ci costringerebbe a discutere sul tema per ore, forse giorni.
Da una parte ricordiamo, solo a titolo di esempio, certi eccessi da parte della magistratura durante l’inchiesta “Mani Pulite”, l’utilizzo disinvolto di strumenti quali quello della carcerazione

17 maggio 2013

Social Winner, come la Rete ha giocato un ruolo decisivo nelle elezioni 2013


Alessandro Bezzi

Questa storia inizia all’alba del 2013, quando due esperti conoscitori delle potenzialità del web come Riccardo Luna e Marco Pratellesi decidono di creare un portale per raccontare l’imminente campagna elettorale. Assieme ad un team di giovani giornalisti, danno vita a Italia2013, un portale per aggregare in tempo reale tutti i contenuti online relativi alle elezioni. Social Winner, come la Rete ha giocato un ruolo decisivo nelle elezioni 2013 è il racconto collettivo di questo esperimento, innovativo nella forma (da quel che so, il primo esperimento di data journalism in Italia) e sorprendente nei risultati.

13 maggio 2013

Si scrive "cyber war", si legge guerra del ventunesimo secolo

   
(via securityaffairs.co)
 Ilaria Lezzi

Si scrive "cyber war", e quella "y" potrebbe spaventare alcuni. Ma "Guerra cibernetica" non ha ho lo stesso effetto. A spaventare dovrebbe essere ben altro. In buona sostanza i governi e le forze armate di tutto il mondo si stanno strapazzando per controllare lo spazio digitale anche al costo di sacrificare altre spese di difesa in modo da difendere i propri territori virtuali e attaccare quelli dei loro rivali.

12 maggio 2013

Il Pd e un problema chiamato “comunicazione”


Alessandro Bezzi

Premessa: ho studiato Scienze Politiche e al momento mi occupo di “comunicazione e social media”. Mi viene quindi abbastanza spontaneo osservare la comunicazione politica e il ruolo, sempre più decisivo , che i media hanno nell’orientare preferenze, voti ed opinioni. Oggi proverò a fare un pezzo di analisi, cercando di mantenermi oggettivo, sul problema della comunicazione “a sinistra”.

9 maggio 2013

Noi dobbiamo completare la rivoluzione europea


Filippo Barbagli


Siamo sinceri. In quanti sapevano che oggi era il giorno dell'Europa? E per restringere il cerchio, in quanti sanno perché è stato scelto proprio il 9 maggio?
Ci avete pensato? Probabilmente vi siete guardati attorno per un secondo imbarazzati, ma poi rincuorati dal fatto che “tanto non lo saprà nessuno”. Ecco, appunto, questo è oggi il problema dell'Europa. Non la crisi dell'euro.

Personalmente trovo alquanto buffo che una giornata del genere non sia una festa nazionale (leggi, in termini europei ovviamente), mentre ci ostiniamo a festeggiare dodicenni rimaste incinta da probabili pratiche pedofile ma che con un colpo di genio hanno sostenuto di essere state ingravidate da una divinità.

6 maggio 2013

Volevo dirti addio, Giulio


Francesco Pignotti

Michele Sindona. Aldo Moro. Il golpe Borghese. Piazza Fontana. Roberto Calvi. Salvo Lima. Giorgio Ambrosoli. La P2. Mino Pecorelli. Dalla Chiesa. Capaci. Le tangenti Lockheed. La stazione di Bologna. Il Piano Solo. La Mafia. Gladio. I servizi segreti. La tensione. Eccetera. 

Ripercorrere la vita e la carriera politica di Giulio Andreotti significa ripercorrere la storia del nostro paese.

It's Capitalism, stupid! Democrazia oltre il capitalismo?

Nell'ambito delle iniziative di dibattito e riflessione sull'Europa al tempo della crisi economica e dell'austerità promosse da il "Collettivo Prezzemolo" (studenti e ricercatori dell'Istituto Universitario Europeo), oggi alle ore 17 presso la Facoltà di Scienze Politiche "Cesare Alfieri" di Firenze, Lorenzo Cini presenterà il suo libro "Società civile e democrazia radicale".

28 aprile 2013

Le radici dell'odio



 Filippo Barbagli

 Neanche un'ora fa, esattamente mentre nel salone delle feste al Quirinale Enrico Letta pronunciava il giuramento che faceva nascere il suo governo, davanti a Palazzo Chigi un uomo ha sparato, sembra a due carabinieri, che sono rimasti feriti.

27 aprile 2013

E adesso?


di Alessandro Bezzi

E adesso? Con l’appoggio bipartisan a Napolitano e il governo “di larghe intese”, il Pd è riuscito a legittimare chi ne criticava la sostanziale convergenza e le affinità con il centrodestra. Ma le decisioni delle ultime due settimane impongono anche di guardare con diversi occhi al passato: si voleva davvero offrire un modello di società diverso dal berlusconismo, che oramai ha egemonizzato culturalmente il Paese, o si trattava solo di portare avanti un teatrino?

25 aprile 2013

26 Aprile 1945. Per non dimenticare quell'entusiasmo


di Francesco Pignotti


"Ciò che può compiere un partigiano, indipendentemente da valutazioni di valore personale, è differente da ciò che può compiere un soldato di un reparto regolare. Chi crea è diverso da chi esegue, chi fa volontariamente una cosa è differente da chi vi è costretto, chi persegue un ideale costruttivo non è eguale a chi soddisfa un precetto legale. Nel secondo potrà esistere volontà e determinazione, ma difficilmente entusiasmo."


Perchè in fondo è proprio questo il punto. E' l'entusiasmo per la libertà che quei giorni ci hanno regalato.
Quell'entusiasmo a cui dobbiamo tanto, tutto forse; quell'entusiasmo che non possiamo dimenticare.

24 aprile 2013

La lunga ombra di Margaret Thatcher: storia della “Iron Lady” - parte II


di Marco Saccardi


Breve storia del movimento sindacale inglese
Il sindacato dei minatori e lo stesso gruppo sociale e lavorativo di questi rappresentavano un pilastro della tradizione economica inglese. Furono i primi che si organizzarono nei primi sindacati e nella lotta per i diritti dei lavoratori, nel movimento "luddista" – che diede inizio alla sua opposizione contro la borghesia solo quando si ribellò con la violenza alle macchine - portato avanti dai minatori scozzesi intorno al 1812.

23 aprile 2013

Tous égaux: i matrimoni e le adozioni omosessuali sono un dovere per la società


 di Filippo Barbagli

Oggi, 23 aprile 2013, l'Assemblée Nationale francese ha approvato definitivamente la legge Taubira. Con 331 voti favorevoli, 225 contrari e 10 astenuti, la Francia è diventata il 14° stato (in toto) al mondo a legalizzare la parità di diritti per i cittadini omossesuali, cioè il matrimonio e l'adozione per coppie dello stesso sesso.
Le mariage pour tous ha diviso profondamente ed appassionato l'opinione pubblica dei cugini d'oltralpe, ha esposto la presidenza di François Hollande a critiche di strumentalizzazione – anche se era un aspetto presentato del programma durante la campagna elettorale-, ma soprattutto è destinato a rivoluzionare il dibattito sulla parità di diritti in tutto il continente, e forse nel mondo.

21 aprile 2013

Ora basta, siamo stanchi: da dove deve ripartire il Nuovo Centrosinistra

di Francesco Pignotti

Ora basta, siamo stanchi di un centrosinistra incapace di proporsi come una valida alternativa in un quadro di democrazia maggioritaria basata sull’alternanza.

Siamo stanchi di una forza politica che si rifiuta di provare ad essere maggioranza nel paese, che si nasconde, che ha paura, che si rinchiude in se stessa e si trincera dietro una presunta purezza identitaria che non ha più senso di essere

Il dente avvelenato: riflessioni sul Napolitano bis

di Alessandro Bezzi


Sono stato via due giorni: giusto il tempo di assistere al suicidio di un partito che rischia di affossare un intero Paese. Ho seguito in tempo reale l'elezione, senza però avere l'occasione di ragionarne con voi, e voglio provarci stasera, con un approccio più "di pancia”.

20 aprile 2013

Scegliere il passato


di Ilaria Lezzi

Ciò che si è concluso oggi è il paradigma del decisionismo politico italiano. Dibattiti da conclave -il Papa è stato eletto in meno tempo- , eterne disapprovazioni e ripicche personali per poi tornare al punto di partenza. Figuriamoci per le questioni veramente urgenti ed importanti (con tutto il rispetto). SCEGLIERE IL PASSATO. Rimanere per paura di cambiare. Fa riflettere, tanto. L'immagine che si da alla società non è certo confortante, a quella che ricorda, a quella che è stufa, a quella che si fida ma poi scopre celati siparietti. Una società che coraggiosamente, nonostante la nausea, ha voluto scegliere il cambiamento cinquantacinque giorni fa. Cosa si ripete, ancora, a questa gente che si chiama Italia? Che sì è seduti su quelle poltrone di velluto per il cambiamento ed il progresso dell'Italia?

19 aprile 2013

La rabbia e l'orgoglio...di sinistra

di Filippo Barbagli

Non scriverò ora da dottore in scienze politiche, ma da elettore, deluso, di sinistra.
Non è da me, ma arrivo subito al dunque. Alla quarta votazione per eleggere il futuro Capo dello Stato, la prima in cui sarebbe bastata la maggioranza assoluta di 504 voti, il “candidato” del Partito Democratico, l'ex Presidente della Commissione Europea ed ex Presidente del Consiglio Romano Prodi, non è stato eletto. Ma non perché ai 494 voti possibili del suo schieramento non si siano aggiunti 10 in extremis per porre fine a quest'agonia, ma perché il Professore ne ha ricevuti ben 100 in meno, 393. 

17 aprile 2013

Siamo sempre lì, Bersani ha paura di farcela


di Matteo Figoli

Come volevasi dimostrare, Bersani non sceglie.
La scelta del prossimo Presidente della Repubblica, e con lui della forza politica con cui aprire la strada del governo, aveva presentato un bivio. Due opzioni. Ma Bersani è riuscito a cavarne una terza (e dire che le “terze vie” non han mai portato grossi risultati), con il solito capolavoro di mediocrità.

Le due strade divergevano alla grande:
Bersani poteva scegliere di votare Rodotà, rispondendo all'appello di un Grillo impaurito dalla responsabilità capitatagli e dall'evidente controproducenza del suo essere sempre “contro”; poteva aprire una strada inedita, nuova, un sentiero oscuro e mai selciato prima, capace però di portare potenzialmente effetti benefici sia al PD che a Grillo. 

La lunga ombra di Margaret Thatcher: storia della “Iron Lady” - parte I

(fonte: telegraph.co.uk)


 di Marco Saccardi, con introduzione di Filippo Barbagli

Oggi, nella cattadrale londinese di Saint Paul, nel cuore della City finanziaria, si sono svolti i solenni funerali di Margaret Thatcher, primo ministro britannico dal 1979 al 1990, deceduta lo scorso 8 aprile ad 87 anni. La frase più in voga, ed anche più azzeccata, in questi ultimi giorni coglie appunto il peso e l'eredità che questo personaggio lascerà al suo paese ed alla Storia. Di lei si dice che è stata o amata al massimo, od odiata in egual misura

Rodotà, ultima chiamata PD?

di Alessandro Bezzi

Dopo una presidenza tanto forte quanto discutibile come quella di Napolitano, è evidente che il ruolo che eserciterà il prossimo Capo dello Stato sarà determinante. Non un semplice garante delle istituzioni, ma anche intervento propositivo in uno scenario sempre più delicato sul piano politico ed economico, italiano ed europeo. Senza pensare,

15 aprile 2013

Le 3 ragioni del pantano PD - PDL


di Francesco Pignotti

Scrive chi, ben prima della situazione di stallo in cui ci troviamo - senza governo da quasi due mesi -, è ostile ai governissimi, alle larghe intese, alle convergenze parallele, alle non sfiducie, ai consociativismi deleteri, di quelli che in Italia conosciamo fin troppo bene. Scrive chi si indignava in campagna elettorale quando ascoltava certi leader della propria parte politica affermare

11 aprile 2013

Renzi non è un grande elettore: la strategia suicida del PD (toscano)

di Francesco Pignotti

Renzi non sarà uno dei tre grandi elettori che la Toscana invierà a Roma il prossimo 18 Aprile per l'elezione del Presidente della Repubblica.
Il Parlamento in seduta comune viene infatti integrato, per l'occasione, da tre rappresentanti per ciascuna regione (tranne che nel caso della Val d'Aosta che ne invia uno solo), eletti dai consigli regionali.
Sembrava che Renzi dovesse essere uno dei tre

10 aprile 2013

Le rovine della politica

di Francesco Pignotti


Studiare scienza politica mi porta molto spesso a dimenticarmi che questa non è altro che lo studio con metodo scientifico della politica, ovvero di quell’attività che dovrebbe coincidere con l’amministrazione della polis per il bene comune, per il bene di tutti i suoi cittadini.
In definitiva mi dimentico di quale sia il fine ultimo della politica quando studio o scrivo della difficile formazione di un governo, del risultato non

4 aprile 2013

Di prudenza si muore: due storie politiche rovinate dalla paura


di Matteo Figoli

1.
È il 2008, il governo Prodi fallisce e muore di una morte annunciata. Il neonato PD decide di imparare la lezione e il suo leader si esprime con una decisione ben poco consueta nello stile della sinistra italiana: mai più ricatti dai partitini, il PD sarà un partito a vocazione maggioritaria. Leggero nella struttura, innovatore nelle istanze e soprattutto in corsa “da solo” per le elezioni.
Oh, finalmente! (a prescindere dai giudizi di valore, si trattava di una strategia degna, con una

2 aprile 2013

Ammazzare il porcellum o suicidarsi? I saggi alla prova della legge elettorale


di Francesco Pignotti

Confesso che non ho ascoltato il “saggio” costituzionalista Onida ad “Otto e Mezzo” su La7 due sere fa.
Ho però letto alcuni spezzoni del suo intervento. In particolare ciò che ha affermato a proposito della possibilità di una modifica della legge elettorale.

Chiariamoci subito, questa innovativa ed originale proprogatio – diversa cosa è la proroga – del

1 aprile 2013

Si può giocare a ping pong con la Corea del Nord?

di Ilaria Lezzi, con introduzione di Filippo Barbagli

O si può giocare soltanto a calcio? Speriamo di no.
Proponiamo oggi un'analisi dettagliata ed acuta sulla questione nordcoreana, ed i rapporti tra il regno dei Kim, la Cina e gli Stati Uniti. Parlare della Corea del Nord oggi non significa infatti affrontare solamente, come sottolinea l'autrice, l'ultima vestigia o eredità pesante della Guerra Fredda. 

29 marzo 2013

L'anno (Iraniano) che verrà.


di Viola E. Bruttomesso, con commento di Filippo Barbagli

Il 20 di questo mese si è festeggiato il nuovo anno Persiano, secondo il calendario Zoroastriano la più importante festa nazionale del paese di Ahmadinejad. Ed è proprio il presidente Iraniano “tornato” alla ribalta durante i funerali del Presidente venezuelano Hugo Chavez che in questi giorni sta mettendo in subbuglio il suo paese in vista delle elezioni presidenziali del 14 Giugno. Molti osservatori credono che non potendo più ricandidarsi per il terzo mandato Ahmadinejad cercherà di adottare la formula dei suoi vicini russi Medvedev/Putin, cercando di promuovere a suo successore il capo del suo staff, Esfandiar Rahim Mashae. 


28 marzo 2013

Un pre-incarico nella nebbia: gli scenari (parte III)

di Francesco Pignotti e Matteo Figoli

Gli ultimi due post sugli scenari possibili per il nuovo governo non sono stati semplici da scrivere. La confusione è l'unico dato certo e qualcosa è sicuramente sfuggito.
In particolare mi fa notare oggi il coautore di questo intervento che un settimo scenario - potabile alla pari di tutti gli altri per quanto ne sappiamo (ovvero quasi zero) - manca.
E manca il ragionamento che ci sta dietro. E dunque:

27 marzo 2013

Un pre-incarico nella nebbia: gli scenari (parte II)

di Francesco Pignotti

Dunque, dicevamo...

Scenario n°3: Governo Bersani di larghe intese Pd-Pdl-Centro
È questa l'ipotesi su cui tutti gli occhi sono puntati. Un governo Pd-Pdl, una riedizione dello spirito della Bicamerale D'Alema-Berlusconi, una Grosse Koalition che abbracci tutto l'"arco costituzionale",

26 marzo 2013

Un pre-incarico nella nebbia: gli scenari (parte I)

La distribuzione dei seggi al Senato
(Il Post)
di Francesco Pignotti

Sento quasi come un obbligo quello di scrivere a proposito della situazione di stallo nella vicenda della formazione del prossimo governo italiano. Insomma, è quello di cui ogni blog di politica dovrebbe occuparsi in questi giorni confusi. Ci penso, cerco un appiglio, un punto di vista da privilegiare per affrontare in qualche modo la questione. Ma non ci riesco.
Avete presente la nebbia di cui parlava il Presidente Napolitano qualche giorno fa? Ecco, qualunque cosa intendesse lui, io sono in balìa di quella nebbia. E coi fari spenti. Vogliano perdonarmi i nostri lettori.
Le uniche certezze, purtroppo (o per fortuna), rimangono i numeri. Alla Camera la coalizione di centrosinistra può