2 aprile 2013

Ammazzare il porcellum o suicidarsi? I saggi alla prova della legge elettorale


di Francesco Pignotti

Confesso che non ho ascoltato il “saggio” costituzionalista Onida ad “Otto e Mezzo” su La7 due sere fa.
Ho però letto alcuni spezzoni del suo intervento. In particolare ciò che ha affermato a proposito della possibilità di una modifica della legge elettorale.

Chiariamoci subito, questa innovativa ed originale proprogatio – diversa cosa è la proroga – del
governo dimissionario e in carica per il disbrigo degli affari correnti, intesa nei fatti a far trascorrere il tempo necessario perché si giunga all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, sarà risultata utile solamente se la squadra dei saggi riuscirà a mettere a punto alcune modifiche imprescindibili alle regole del gioco, che dovranno poi essere rese effettive con voto parlamentare. Se non sarà possibile modificare la seconda parte della Costituzione – in particolare con l’abolizione del bicameralismo ridondante all’italiana –, sarà allora quantomeno necessario, ma che dico?, tassativamente obbligatorio, ripensare, modificandola, la legge elettorale. Affinché si possa tornare al voto – ciò che accadrà in tempi brevi – potendo stare ben certi che l’esito delle urne non ci consegnerà nuovamente un parlamento impossibilitato a dar la fiducia ad un governo stabile.
Il sistema elettorale conta, in questo frangente forse più di ogni altra cosa, a maggior ragione se il folle dualismo Camera-Senato verrà mantenuto intatto. Spero che questo sia chiaro a tutti, saggi e non. Deve esserlo, perché lo stiamo sperimentando sulla nostra pelle. E non facciamo l’errore di dimenticarci che la situazione incerta, confusa ed estremamente pericolosa che stiamo vivendo è il frutto maturo della sciagurata legge partorita dalla mente del leghista Calderoli.

E, dunque, cosa affermava Onida ad Otto e Mezzo? Il saggio ex presidente della Corte Costituzionale ha detto che “teoricamente con questa legge potrebbe avere la maggioranza dei seggi un partito con meno del 30% dei voti. Penso che la legge vada cambiata”. Penso anche io, come detto, che la legge vada cambiata; ma il saggio Onida, all’indomani di un esito elettorale che ci consegna un Senato senza alcuna maggioranza possibile, che fa? Prende posizione contro il meccanismo del premio di maggioranza nazionale della Camera che, buon dio, è il fiore all’occhiello della legge Calderoli, quella per intendersi dei premietti regionali del Senato, delle liste circoscrizionali lunghissime, delle pluricandidature senza limite alcuno.

Onida è saggio e ritiene “l'attuale premio di maggioranza un difetto fondamentale della legge esistente”, io sono uno stolto e lo considero come il punto da cui ripartire. E, si badi bene, non considero il premio di maggioranza nazionale in sé come il punto da cui ripartire, bensì quello che esso rappresenta. Il premio di maggioranza nazionale garantisce infatti la sera stessa delle elezioni un vincitore certo, una maggioranza, un governo. Questo è un difetto secondo voi? Il premio di maggioranza introduce disproporzionalità in un sistema elettorale, e oggigiorno le democrazie occidentali hanno un disperato bisogno di disproporzionalità. Se non esiste un partito che ottiene il 50%+1 dei voti degli elettori, allora serve una legge elettorale disproporzionale che assegni al partito più votato una maggioranza che dia vita ad un governo. Perché senza una maggioranza ed un governo stabili oggigiorno si muore. Di una morte lenta e dolorosa. A poco servono le cure palliative dei saggi.

Posso capire che appare “poco democratico” che il 54% dei seggi venga assegnato a chi, mettiamo, ha ottenuto solamente il 30% dei voti. A parte che esistono delle soluzioni a ciò – come quella di un eventuale ballottaggio per ottenere il premio tra i due partiti o coalizioni più votati –, ma faccio inoltre notare che nelle tanto decantate democrazie inglese e francese il partito che ottiene la maggioranza assoluta in Parlamento lo fa spesso – chiedete ad Hollande ed ai suoi – con una percentuale di voti ottenuti inferiore al 30%. E non mi pare che nessuno si lamenti.

Insomma, di legge truffa hanno già ammazzato De Gasperi e con lui è morta la possibilità per il nostro paese di conoscere cosa sia e come funzioni una democrazia europea maggioritaria. Ammazzare il Porcellum non mi dispiacerebbe, ma attenzione, perché potrebbe essere un suicidio…