I nodi stanno tutti venendo al pettine. Nodi enormi, per sciogliere i quali occorrono certamente delle riforme strutturali, difficili, importanti. E perciò in questi giorni ci troviamo a discutere di previdenza, welfare, mercato del lavoro, produzione, crescita. Ma su tutto questo aleggia uno scomodo ed ingombrante fantasma. Quello dell'evasione fiscale. E' un problema enorme, una vera e propria piaga sociale che grava come un enorme macigno sulla situazione socio-economica del nostro paese e che se, per pura ipotesi controfattuale, scomparisse del tutto, risolverebbe in un istante tutti i nostri problemi. In Italia ogni anno vengono evase imposte per una cifra compresa tra i 250 e i 300 MILIARDI DI €!!!
L'evasione fiscale è quella odiosa di ricchi possidenti di patrimoni ingenti che dichiarano al fisco redditi nulli o bassissimi; è quella altrettanto riprovevole di quei professionisti che praticano prezzi con e prezzi (di molto inferiori) senza fattura; è l'evasione quotidiana dell'IVA che racconta di milioni di scontrini non emessi; è quella legata al lavoro nero e alle attività illecite.
Non credo ci sia bisogno di citare nomi celebri di pensatori, autori e concezioni politico-filosofiche che in ogni tempo non hanno fatto altro che ribadire un semplice concetto: pagare le tasse è un dovere morale, è alla base della convivenza pacifica all'interno di una società, di uno stato, si sostanzia del rispetto verso il prossimo, tutela e promuove l'interesse comune, ovvero quello di ciascun cittadino, rende liberi così come il fermarsi ad uno stop o ad un semaforo rosso rende liberi di circolare per le strade in sicurezza.
Ecco perchè l'evasione fiscale è un cancro, una patologia letale attribuibile a cellule cattive in un sistema
che può, vuole, deve essere sano. L'evasione è un male che deve essere combattuto con tenacia e determinazione dalla componente sana della società e dello stato. Perchè i parassiti non li danneggino.
che può, vuole, deve essere sano. L'evasione è un male che deve essere combattuto con tenacia e determinazione dalla componente sana della società e dello stato. Perchè i parassiti non li danneggino.
E allora io vedo due strade, da percorrere congiuntamente, per provare a combattere davvero l'evasione fiscale. La prima è forse frutto della mia ingenuità di studente ventenne: è la via maestra di una "battaglia culturale" irrinunciabile contro un fenomeno che va combattuto sul piano morale. Alla fine del 1700 Godwin scriveva, relativamente alla questione della povertà, che era necessario diffondere attraverso un convincimento filosofico l'idea che i ricchi fossero fondamentalmente un male per la società e che si dovesse non invidiarli e cercare di emularli ma odiarli. Oggi dovremmo applicare questo principio all'evasione fiscale. Vorrei vedere un'evasione combattuta attraverso vere e proprie campagne pubblicitarie, dirette, efficaci, esplicite; attraverso dibattiti, incontri, conferenze, iniziative le più disparate a livello nazionale, regionale, municipale, in TV, sui giornali, in rete, nelle piazze, nelle istituzioni; attraverso libri, film, documentari; attraverso insomma la creazione di un CLIMA DI OPINIONE DIFFUSO che condanni fermamente l'evasione come immorale, come un male per la società, per gli altri. E non dimentichiamoci che in questo partiamo gravemente svantaggiati a causa di misure come i vergognosi ripetuti condoni e scudi fiscali che, accompagnati da un atteggiamento di certa parte politica permissivo e talvolta complice verso l'evasione, hanno contribuito a creare un clima di opinione indulgente e perfino favorevole verso questa.
La seconda strada è invece quella di provvedimenti su un piano più "concreto" che vadano a combattere l'evasione nella pratica quotidiana. E allora guardo con favore alle misure contenute nella manovra quali l'abolizione del segreto bancario e l'attività del super-computer per l'analisi dei dati relativi ai contribuenti (SERPICO) nonché l'abbassamento della soglia massima per il pagamento in contanti. Ma auspico di più: vorrei vedere un sistema serio, elaborato ed efficace di detrazioni, che crei un conflitto di interessi tra chi paga e chi riscuote cosicché sia nell'interesse del primo pretendere fatture e scontrini. Per esempio la possibilità di detrazioni fiscali per tutta una serie di spese (da quelle mediche a quelle per lavori e manutenzioni per la casa) che rendano per chi paga più vantaggioso ottenere la fattura che lo sconto e per lo Stato più vantaggioso pagare il prezzo di quelle detrazioni che quello di prestazioni professionali non dichiarate. O ancora scontrini fiscali con annesso una sorta di "gratta e vinci".
Non dimentico certamente di considerare l'evasione fiscale anche per come esse viene e dovrebbe essere punita, ma credo che questa via vada affiancata alle due precedenti, che io ritengo fondamentali ed imprescindibili.
PIGNO