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18 luglio 2013

Il PD e quella minoranza indignata

Alessandro Bezzi

Mi ero promesso di non scrivere niente degli equilibrismi politici di questo PD: non solo perché c’è chi lo ha già fatto molto meglio di quanto saprei fare io (Wu Ming su Internazionale, per dirne una), ma soprattutto perché mi pare inutile, visto il peso e la coerenza politica che il centrosinistra sta dimostrando di avere. Stuzzicato da qualche amico, però, ho pensato di fissare alcuni spunti.

12 maggio 2013

Il Pd e un problema chiamato “comunicazione”


Alessandro Bezzi

Premessa: ho studiato Scienze Politiche e al momento mi occupo di “comunicazione e social media”. Mi viene quindi abbastanza spontaneo osservare la comunicazione politica e il ruolo, sempre più decisivo , che i media hanno nell’orientare preferenze, voti ed opinioni. Oggi proverò a fare un pezzo di analisi, cercando di mantenermi oggettivo, sul problema della comunicazione “a sinistra”.

19 aprile 2013

La rabbia e l'orgoglio...di sinistra

di Filippo Barbagli

Non scriverò ora da dottore in scienze politiche, ma da elettore, deluso, di sinistra.
Non è da me, ma arrivo subito al dunque. Alla quarta votazione per eleggere il futuro Capo dello Stato, la prima in cui sarebbe bastata la maggioranza assoluta di 504 voti, il “candidato” del Partito Democratico, l'ex Presidente della Commissione Europea ed ex Presidente del Consiglio Romano Prodi, non è stato eletto. Ma non perché ai 494 voti possibili del suo schieramento non si siano aggiunti 10 in extremis per porre fine a quest'agonia, ma perché il Professore ne ha ricevuti ben 100 in meno, 393. 

17 aprile 2013

Siamo sempre lì, Bersani ha paura di farcela


di Matteo Figoli

Come volevasi dimostrare, Bersani non sceglie.
La scelta del prossimo Presidente della Repubblica, e con lui della forza politica con cui aprire la strada del governo, aveva presentato un bivio. Due opzioni. Ma Bersani è riuscito a cavarne una terza (e dire che le “terze vie” non han mai portato grossi risultati), con il solito capolavoro di mediocrità.

Le due strade divergevano alla grande:
Bersani poteva scegliere di votare Rodotà, rispondendo all'appello di un Grillo impaurito dalla responsabilità capitatagli e dall'evidente controproducenza del suo essere sempre “contro”; poteva aprire una strada inedita, nuova, un sentiero oscuro e mai selciato prima, capace però di portare potenzialmente effetti benefici sia al PD che a Grillo. 

Rodotà, ultima chiamata PD?

di Alessandro Bezzi

Dopo una presidenza tanto forte quanto discutibile come quella di Napolitano, è evidente che il ruolo che eserciterà il prossimo Capo dello Stato sarà determinante. Non un semplice garante delle istituzioni, ma anche intervento propositivo in uno scenario sempre più delicato sul piano politico ed economico, italiano ed europeo. Senza pensare,

15 aprile 2013

Le 3 ragioni del pantano PD - PDL


di Francesco Pignotti

Scrive chi, ben prima della situazione di stallo in cui ci troviamo - senza governo da quasi due mesi -, è ostile ai governissimi, alle larghe intese, alle convergenze parallele, alle non sfiducie, ai consociativismi deleteri, di quelli che in Italia conosciamo fin troppo bene. Scrive chi si indignava in campagna elettorale quando ascoltava certi leader della propria parte politica affermare

11 aprile 2013

Renzi non è un grande elettore: la strategia suicida del PD (toscano)

di Francesco Pignotti

Renzi non sarà uno dei tre grandi elettori che la Toscana invierà a Roma il prossimo 18 Aprile per l'elezione del Presidente della Repubblica.
Il Parlamento in seduta comune viene infatti integrato, per l'occasione, da tre rappresentanti per ciascuna regione (tranne che nel caso della Val d'Aosta che ne invia uno solo), eletti dai consigli regionali.
Sembrava che Renzi dovesse essere uno dei tre

28 marzo 2013

Un pre-incarico nella nebbia: gli scenari (parte III)

di Francesco Pignotti e Matteo Figoli

Gli ultimi due post sugli scenari possibili per il nuovo governo non sono stati semplici da scrivere. La confusione è l'unico dato certo e qualcosa è sicuramente sfuggito.
In particolare mi fa notare oggi il coautore di questo intervento che un settimo scenario - potabile alla pari di tutti gli altri per quanto ne sappiamo (ovvero quasi zero) - manca.
E manca il ragionamento che ci sta dietro. E dunque:

27 marzo 2013

Un pre-incarico nella nebbia: gli scenari (parte II)

di Francesco Pignotti

Dunque, dicevamo...

Scenario n°3: Governo Bersani di larghe intese Pd-Pdl-Centro
È questa l'ipotesi su cui tutti gli occhi sono puntati. Un governo Pd-Pdl, una riedizione dello spirito della Bicamerale D'Alema-Berlusconi, una Grosse Koalition che abbracci tutto l'"arco costituzionale",

26 marzo 2013

Un pre-incarico nella nebbia: gli scenari (parte I)

La distribuzione dei seggi al Senato
(Il Post)
di Francesco Pignotti

Sento quasi come un obbligo quello di scrivere a proposito della situazione di stallo nella vicenda della formazione del prossimo governo italiano. Insomma, è quello di cui ogni blog di politica dovrebbe occuparsi in questi giorni confusi. Ci penso, cerco un appiglio, un punto di vista da privilegiare per affrontare in qualche modo la questione. Ma non ci riesco.
Avete presente la nebbia di cui parlava il Presidente Napolitano qualche giorno fa? Ecco, qualunque cosa intendesse lui, io sono in balìa di quella nebbia. E coi fari spenti. Vogliano perdonarmi i nostri lettori.
Le uniche certezze, purtroppo (o per fortuna), rimangono i numeri. Alla Camera la coalizione di centrosinistra può

11 marzo 2013

Renzi e il futuro del PD, questa gioiosa smacchiatrice da guerra

di Francesco Pignotti

Mentre sembra naufragare l'ipotesi di "governo 8 punti" Pd-M5S targato Bersani, mentre a destra si combattono disturbi visivi a colpi di visite fiscali, nel Pd si sta aprendo una partita che sarà decisiva per le sorti del partito nato appena 5 anni fa.
Il PD doveva essere un partito leggero, ma non lo è. Un partito a vocazione maggioritaria, ma non lo è. Un partito di elettori, più che di eletti e di iscritti, ma non lo è. Il PD, dopo 5 anni, è un qualcosa di profondamente diverso da quello che, almeno io,

7 marzo 2013

Le elezioni italiane e l'Europa

di Filippo Barbagli

Noi italiani siamo un popolo autocelebrativo, ci piace cullarci nell'idea che la nostra terra abbia dato i natali agli uomini più illustri della Storia. Poteva essere vero fino a qualche secolo fa, anzi, azzardiamoci, in certi ambienti, fino al secolo scorso. Ma il XX secolo, ed i primi decenni di quello attuale hanno regalato la celebrità internazionale a Mussolini, Berlusconi e da qualche giorno, Beppe Grillo (non parlatemi di calciatori, perché, con tutto l'emozionante rispetto, pur sempre di tirà du calci al pallone si tratta). Oggi Beppe Grillo tiene le sorti dell'Italia via Twitter. Chi tiene le sorti dell'Italia tiene quelle dell'euro. E sulle sorti della moneta unica si regge l'Unione Europea. E quindi il destino di 500 milioni di persone. Ed in ultima istanza quello del mondo.
Si salvi chi può.

Il PD e la "rottamazione". Cosa è cambiato rispetto alle primarie?

Matteo Orfini, responsabile Cultura e Informazione
del Partito Democratico
di Francesco Pignotti

In questi giorni c'è chi si diverte a confrontare le esternazioni fatte e le dichiarazioni rilasciate dai cosiddetti "anti-renziani" durante la campagna elettorale per le primarie con quelle rilasciate dagli stessi a partire dal martedì post-elettorale (lo fa ad esempio David Allegranti in questo articolo sul Corriere Fiorentino).
Magari è divertente, magari qualcuno si toglie qualche sassolino dalla scarpa a farlo; in ogni caso non è quello che intendo fare io. In politica d'altronde ci sta di cambiare idea, di sostenere una causa, di opporsi a quella del "nemico" e poi di fare ammenda dopo che i risultati ti danno torto. E così i liberi elettori, con voto

27 febbraio 2013

Perché il centrosinistra non ha vinto?


di Francesco Pignotti

Il condizionale passato va di moda in queste ore. Ma, un po’ perché è inevitabile ed un po’ perché posso dire che nel mio caso è stato a suo tempo declinato all’indicativo presente, voglio dire che sarebbe servito un Pd omeopata. Già, un Pd ed un centrosinistra omeopati.

L’omeopatia cerca di curare un male facendo ricorso a quello stesso male, ma utilizzandolo e somministrandolo al paziente in una quantità fortemente diluita, secondo il principio di similitudine del

26 febbraio 2013

I giovani al voto: chi hanno votato gli under 25?

di Francesco Pignotti

Queste elezioni ci dicono milioni di cose.
Proviamo a chiederci questa. A chi hanno dato il proprio voto i più giovani, gli under 25 come me?
Scrivo questo brevissimo post perché ritengo che la risposta a questa domanda sia fondamentale.

Possiamo provare a rispondere calcolando la differenza tra il totale dei voti validi alla Camera e quelli al Senato, dal momento che i voti in più che troviamo nel primo caso sono proprio quelli dei maggiorenni under 25, che al Senato non possono votare. Questi voti in più sono esattamente 3.520.210. Come si sono distribuite questi 3.520.210 di preferenze under 25 alla Camera?

Un appello di sinistra


 di Filippo Barbagli


Il giorno dopo. Certo, io sono stato un ingenuo. Ho rimandato la mia partenza in treno nella speranza che forse ieri sera avrei potuto festeggiare una vittoria della coalizione di centro sinistra, oppure, almeno, la dipartita definitiva di Berlusconi dalla scena politica italiana. Ed invece è successo l'esatto contrario.


25 febbraio 2013

Elezioni 2013: vincitori e sconfitti (per ora)

di Alessandro Bezzi e Francesco Pignotti

Vi propongo un “pezzo a caldo” scritto da Alessandro Bezzi. Lo pubblico integralmente, così come ricevuto dall’autore, e mi permetto solo un brevissimo commento finale.

"Un classico delle elezioni italiane è che, solitamente, tutti si dichiarano vincitori; tanto più con una legge elettorale che assegna premi regionali e favorisce di fatto l’ingovernabilità. Nonostante questo, i risultati di questa tornata elettorale sono così lampanti da rendere evidenti vincitori e sconfitti della competizione.

23 febbraio 2013

Elezioni 24 e 25 Febbraio: i pronostici

di Francesco Pignotti

Abbiamo visto ieri come funziona l'elezione del Senato (Ma come funzione l'elezione del Senato?).
Se si osserva la tabella presente in quel post, che indica quanti seggi al Senato vengono attribuiti in ogni regione e a quanti seggi ammonta in ciascuna regione il premio di maggioranza per il vincitore, si comprende come l'esito delle votazioni che si apriranno domani sia del tutto incerto e come esso dipenda dal risultato elettorale di alcune regioni 

22 febbraio 2013

Ma come funziona l'elezione del Senato?

di Francesco Pignotti

L'ennesimo pezzo sul Senato? Ebbene sì, e d'altronde a due giorni da queste incertissime elezioni non potrebbe essere altrimenti. Non intendo - o perlomeno non ancora in questo post - disegnare tutti i possibili scenari, ma per adesso solamente provare a spiegare nel modo più chiaro possibile il perché di questa incertezza che regna sull'esito dell'elezione del Senato.
Come credo ormai tutti sappiano, la nostra legge elettorale prevede che alla Camera chi vince, anche con un

11 gennaio 2013

Elezioni, Senato, Lombardia. Bersani, Monti, Berlusconi. Regole e carte in mano. Fate il vostro gioco!


di Francesco Pignotti

Credo che in molti, a tutti i livelli (cittadini elettori, partiti, leader) si stiano interrogando, per ragioni diverse, su ciò che succederà alle prossime elezioni per il Senato. Se infatti alla Camera verrà attribuito un premio di maggioranza alla coalizione vincente a livello nazionale (presumibilmente quella di centro-sinistra) che la metterà in condizione di dar vita e sostenere un governo, al Senato verrà attribuito invece regione per regione un premio di maggioranza alla coalizione di volta in volta vincente. Non occorre essere un genio per