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4 luglio 2013

L'Egitto del golpe (apologia delle rivoluzioni perdute - parte III)

(Associated Press)
Ilaria Lezzi e Filippo Barbagli


Quanto pesano le esportazioni ideologiche e quanto pesano le associazioni tra contesti differenti
Partiamo dall'incipit: da come gli occidentali vedono piazza Tahrir. Da un punto di vista alla occidentale, forse prossimi all' anniversario della Presa della Bastiglia. Non ci posson far nulla: quando vedono gente in piazza l'associano a "Democrazia & Libertà": concetti nobilissimi, che la storia occidentale si è guadagnata, che mondi a noi vicini latitanti nel tugurio più nero apprezzano e aspirano, ma con accezioni diverse.

2 giugno 2013

Con OccupyGezi si decide il futuro della Turchia...e delle primavere arabe.

Filippo Barbagli

"Primavera turca".
Già in molti tendono ad associare le manifestazioni che in questi ultimi 4 giorni si sono diffuse a macchia d'olio nelle maggiori città turche a quelle che due anni fa spazzarono via vecchi sultani, da Tripoli a Sa'ana. 
E sinceramente non so se spaventarmi, visto l'esito, ancora controverso, che la primavera araba ha avuto in Egitto o con la guerra civile in Siria, di cui ci stiamo limitando a contare i morti e parlare delle atrocità come chiacchiere da bar, senza intervenire.

6 maggio 2013

It's Capitalism, stupid! Democrazia oltre il capitalismo?

Nell'ambito delle iniziative di dibattito e riflessione sull'Europa al tempo della crisi economica e dell'austerità promosse da il "Collettivo Prezzemolo" (studenti e ricercatori dell'Istituto Universitario Europeo), oggi alle ore 17 presso la Facoltà di Scienze Politiche "Cesare Alfieri" di Firenze, Lorenzo Cini presenterà il suo libro "Società civile e democrazia radicale".

21 marzo 2013

La vicenda dei due marò tra miopia diplomatica, populismo e scandali militari

di Filippo Barbagli

Domani, il 22 marzo 2013, scade il permesso speciale concesso dalla corte del Kerala ai due fucilieri italiani della brigata San Marco, accusati di aver ucciso due pescatori indiani lo scorso 15 febbraio 2012. ''I nostri ragazzi'' -così l'appellativo affibbiato da politici e giornalisti populisti- erano già potuti tornare in patria per le vacanze natalizie, ed il permesso era stato concesso una seconda volta per votare alle elezioni di fine febbraio. Allora l'ambasciatore italiano, Mancini, s'impegnò solennemente sul ritorno dei due marò in India. L'11 marzo, il ministro degli esteri Terzi ha fatto sapere (ribadendolo poi via Twitter) che i due militari resteranno in Italia per essere qui giudicati. Si è aperta quindi una crisi politica, oltre a quella diplomatica già in atto da un anno, che rischia di assumere toni più gravi: se entro domani i marò non torneranno in India, l'Italia avrà ufficialmente violato degli impegni internazionali.


25 febbraio 2013

Elezioni 2013: vincitori e sconfitti (per ora)

di Alessandro Bezzi e Francesco Pignotti

Vi propongo un “pezzo a caldo” scritto da Alessandro Bezzi. Lo pubblico integralmente, così come ricevuto dall’autore, e mi permetto solo un brevissimo commento finale.

"Un classico delle elezioni italiane è che, solitamente, tutti si dichiarano vincitori; tanto più con una legge elettorale che assegna premi regionali e favorisce di fatto l’ingovernabilità. Nonostante questo, i risultati di questa tornata elettorale sono così lampanti da rendere evidenti vincitori e sconfitti della competizione.

6 marzo 2012

Svolta autoritaria in Ungheria? Da Jobbik agli sviluppi - parte 2

Il premier magiaro Orban con il Presidente della Commissione Barroso


Pannonia Felix?
La situazione ungherese delle ultime settimane è in continuo sviluppo. Il progetto di Orbán, di creare un modello mitteleuropeo nazionalista contro la crisi e contro i signori della guerra/capitalismo mondiale (mi perdoni, Madame Lagarde), non sta decollando, tanto che ha esplicitamente prospettato la possibilità di cooperazione con l'FMI pur di far uscire l'Ungheria dalla crisi. Nel frattempo la Commissione Europea ha avviato tre procedure d'infrazione nei confronti del paese magiaro, contestando le riforme sulla banca centrale, sul trattamento dei dati personali e sul pensionamento

12 gennaio 2012

Svolta autoritaria in Ungheria? o deriva "destrista"? parte 1

Tutto il mondo è paese con gli slogan: proteste a
Budapest per l'entrata in vigore della nuova Costituzione
il 1 gennaio 2012
Teoricamente il nostro blog si prefigge degli obiettivi di serietà se non quasi divulgazione, almeno delle nostre conoscenze riguardo ad argomenti specifici, perciò, considerando l'argomento che sono in procinto di introdurre, cercherò di mantenere un atteggiamento super partes ed eviterò di usare un linguaggio, diciamo colorito, soprattutto nel riferirmi a certi personaggi ed alle loro ideologie.
Non vorrei essere accusato di discriminazione contro persone diversamente intelligenti.

Auf dem schönen Schwarz Donau – Sul bel Danubio nero
Negli ultimi tempi si è discusso molto sull'entrata in vigore della nuova costituzione ungherese, un

18 dicembre 2011

L'Italia è un paese razzista

La disperazione di alcuni concittadini delle vittime
(foto LaPresse)
Martedì scorso durante la discussione della mia tesi il presidente della commissione di laurea era assente. E’ arrivato in enorme ritardo poiché le vie principali vicino al polo universitario di Novoli erano letteralmente bloccate dal primo pomeriggio. Da quando poco più in là, in Piazza Dalmazia, era andato in scena il teatro della più miserevole follia umana. Stavo pranzando ripetendo nella mia testa la tesi quando al telegiornale hanno dato la notizia di un’anonima sparatoria nella “periferia”  di Firenze. Solo la sera quando sono tornato a casa mi sono reso  conto della gravità del fatto.
Leggere sul giornale, vedere in tv, l’accostamento di parole come “razzismo”, “estrema destra”, “assassinio”, “Firenze”, “terrore” mi ha spinto a

3 ottobre 2011

Apologia delle rivoluzioni perdute - parte I

Homo homini lupus
Piazza Tahrir, al Cairo, simbolo della rivoluzione egiziana
Quello di cui mi accingo a scrivere è un tema che può sembrare sfuggente, che può riguardare il tutto ed il niente, di cui si può stare a discernere fino alla nausea. Mi chiedo, e vi domando, se può esistere in politica internazionale un'impostazione di bontà ed altruismo, oppure ogni decisione, ogni calcolo, sono meri frutti di interesse? Non voglio essere hobbesiano, ma fintantoché la politica internazionale resta dominata da attori quali gli stati-nazione (e gli unici altri che riescono a distinguersi ed agire concretamente sono le grandi multinazionali economiche), il modus operandi di ognuno si basa sulla lotta per l'estensione e

16 agosto 2011

Dio salvi il Re, o almeno le democrazie. Le monarchie possono aiutare la governance?


Nel Regno Unito la monarchia rimane
uno dei principali simboli di identità nazionale
Negli ultimi anni si è inserito nel dibattito politico un soggetto apparentemente antico, ma che appunto ha acquistato popolarità, soprattutto in occasione di matrimoni ed altre cerimonie solenni: sto parlando dell’attualità della monarchia, nel senso di una forma di governo democraticamente giustificabile e funzionante nel terzo millennio.
Chi scrive è assolutamente contrario alla monarchia intesa come esercizio dei poteri di governo da parte di un’unica persona secondo metodi di selezione ereditari nell’ambito di una famiglia o comunanza di sangue. L’idea di un'unica persona che governa perché ha determinate qualità è troppo pericolosa al giorno d’oggi.