8 novembre 2014

La Leopolda vista da un non renziano

[(c) corrirerefiorentino.corriere.it]
La curiosità e l'interesse nella politica. Questi due motivi mi hanno spinto sabato scorso a recarmi con il mio motorino alla Leopolda di Firenze. Ex stazione granducale oggi trasformata in centro fieristico e congressuale tra i più importanti della capitale toscana. Per alcuni, negli ultimi anni, è diventato il sancta sanctorum della “terza via” italiana, il renzismo. Il luogo dove, nel 2010, è nata la scalata al Partito Democratico dell'allora sindaco Matteo Renzi. Quest'anno, più che mai, la Leopolda sarebbe stata sotto i riflettori dei media, essendo la prima volta per la kermesse che vede il suo principale ispiratore come Presidente del Consiglio.

30 agosto 2014

Lo sceicco sanguinario diventato Cavaliere della Repubblica Italiana

(copyright: Bahrain News Agency)
Filippo Barbagli


Poche ore fa, mentre surfavo tra le pagine online di Le Monde, sono incappato in un articolo. Il soggetto era la protesta di alcune ONG per la presenza, sul suolo francese, dello sceicco Nasser bin Hamad Al Khalifa, figlio del re Hamad del Bahrein. Inoltre, riportava sempre il suddetto articolo, il presidente onorario della FederazioneInternazionale dei Diritti dell'Uomo ha chiesto che il giovane sceicco venga perseguito, arrestato ed -in caso- anche giudicato dalle autorità giudiziarie in quanto la Francia ha ratificato varie convenzioni contro la tortura.

12 maggio 2014

Soltanto un’onesta riflessione: un paio di spunti dopo la celebrazione della Vittoria vissuta a Mosca.

(english.pravda.ru)
Roberto Mantero

Il 9 maggio, mentre in Europa si celebrava l’Europe Day e in Italia ricorrevano gli anniversari della morte di Peppino Impastato e di Aldo Moro, in tutta la Russia si ricordava l’annuncio della vittoria sul nazismo, seguente la firma della resa incondizionata della Germania alla fine della II Guerra Mondiale.
Faccio una premessa: da quattro mesi sono in scambio a Mosca, e sono quattro mesi che mi affanno a cercare di farmi un’opinione ragionevole di questo paese, sfuggendo ai facili ottimismi nati dall’osservare una dinamicità (anche se non so quanto duratura nel tempo) sconosciuta in Italia e agli altrettanto scontati giudizi negativi derivanti dall’attuale congiuntura politica internazionale (tradotto: Ucraina; che poi anche qua ci sarebbe da discutere).

27 marzo 2014

¡Viva! ¡Presidente!: La Spagna commossa dice addio ad Adolfo Suarez.

Viola Bruttomesso

E' morto domenica 23 Marzo all'età di 81 Adolfo Suarez, l'uomo che insieme a Re Juan Carlos di Borbone traghettò la Spagna dalla dittatura alla democrazia. Era malato da tempo Suarez, l'Alzahimer se l'era portato via e con lui la sua importantissima memoria storica e il suo spessore intellettuale.

Laureato in Giurisprudenza presso la prestigiosa Università di Salamanca, direttore della Tv franchista dal 1969, successivamente scelto dal Re due anni dopo la morte del dittatore per guidare la Spagna nel suo periodo più difficile, Suarez governò dal 1977 al 1981.

Uomo della rinascita di un paese oscurato da 40 anni di dittatura, che in solo due anni e mezzo fu capace di prendere per mano il suo Paese traghettandolo attraverso un processo che ne cambiò il volto nonostante i numerosi tentativi di minare una transizione già di per sé difficile. Tra questi sono da ricordare gli attentati da parte del terrorismo nazionalista basco dell' ETA e sopratutto il tentativo di Golpe del 23F del 1981 da parte del General Tejero, uno dei tanti nostalgici della dittatura.

Prese la Spagna per mano Suarez, e lo fece da solo riuscendo a mettere d'accordo destra e sinistra rendendo di nuovo legale il Partito Comunista messo al bando da Franco dal 1939 e sostenendo una visione moderata incanalata dal Partito Unione del Centro democratico (UCD), dissoltosi poi nel 1982.

Il suo più grande successo politico fu sicuramente la promulgazione della Costituzione Spagnola approvata il 6 dicembre del 1977 e entrata in vigore nel 1978, rimasta praticamente la stessa fino ai giorni nostri e le cui uniche modifiche furono l' estensione ai cittadini dell' Unione Europea i diritti elettorali, attivi e passivi, nelle elezioni locali e l' introduzione del principio del pareggio di bilancio. La Carta Costituzionale Spagnola ha come base il principio di unità nazionale tanto contestata da Catalani e Baschi che da anni ne richiedono una revisione d, nonostante il modello delle Autonomie che fu adottato proprio durante la redazione di questa per cercare di mitigare i sempre più crescenti nazionalismi.

Uno degli uomini più amati della scena politica spagnola finì la sua brillante carriera dimettendosi, le pressioni del neonato Partito Socialista (PSOE) di Felipe Gonzalez che lo accusava di vicinanza al GRAPO (organizzazione terroristica di sinistra) e supposte pressioni militari lo portarono a dichiarare, temendo un nuovo tentativo di Golpe, di aver fatto tutto il possibile per il suo paese e per il suo popolo: “Me ne vado perché non voglio che la democrazia sia una fase transitoria del mio paese".

Poco dopo le sue dimissioni creò insieme ad altri ex dirigenti de UCD il Centro Sociale Democratico UCD (CDS), partito che si presentò alle elezioni del 28 Ottobre 1982, e fu eletto deputato per Madrid. Conservò il suo posto alle elezioni del 1986 e nel 1989, ma nel 1991 si dimise da Presidente del CDS, dopo gli scarsi risultati della loro formazione alle elezioni comunali e delle politiche, infine abbandonò definitivamente il campo.

Quella che resta oggi non è tanto un eredità politica tout cour, quanto un eredità morale. Era un uomo di grande fascino Suarez, quando parla le folle lo amavano e anche oggi, nonostante la “memoria corta del popolo” sono in molti ad acclamarlo a Madrid, dove si è svolta la Funzione di Stato che si concluderà ad Avila, suo paese di origine. Il grande mito della Politica spagnola era di fatto un uomo di altri tempi. Sempre elegante, sempre composto ed educato mai aggressivo. Si definiva uomo di Stato, e ne fu fino all'ultimo il suo servitore più fedele.


24 gennaio 2014

Stati Uniti e Cina: perché diplomazia e relazioni economiche non bastano.

Ilaria Lezzi

Alla luce della decisione del governo cinese di creare una Zona di Identificazione per la Difesa Aerea con sorveglianza aerea sulla porzione marittima di sua prossimità, area che include anche l'arcipelago delle Senkaku/Diaoyu storicamente conteso col Giappone - e che, aumentando la tensione con Tokyo, tocca direttamente gli Stati Uniti, essendo questi gli unici garanti della difesa nipponica-, dell'irrisolta divisione coreana e delle relazioni serrate con Taiwan, la preoccupazione della Cina si chiama Stati Uniti d'America.