28 aprile 2013

Le radici dell'odio



 Filippo Barbagli

 Neanche un'ora fa, esattamente mentre nel salone delle feste al Quirinale Enrico Letta pronunciava il giuramento che faceva nascere il suo governo, davanti a Palazzo Chigi un uomo ha sparato, sembra a due carabinieri, che sono rimasti feriti.

La cerimonia del giuramento è continuata senza interruzioni, anche perché i neoministri ed il capo di governo ne sono stati informati subito dopo. Lo dimostra il fatto che, chi come me ha seguito la cerimonia in diretta tv, ha avuto modo di vedere i sorrisi dei membri del nuovo gabinetto, accanto al collegamento, confuso ed angosciante, da Montecitorio e Via del Corso.

L'immagine che ha quindi colpito molti è stata la solennità, festosità e speranza di un nuovo inizio al Quirinale, mentre qualche centinaio di metri più giù si consumava una tragedia: sangue e pallottole sui sanpietrini davanti ai Palazzi del Potere, che oggi più che mai sono il sinonimo di futuro e cambiamento per questo paese straziato.

I lettori di BP, sia del blog che delle nostre pagine facebook, conoscono bene la mia posizione riguardo al governo Letta entrato in carica in questi momenti drammatici. Si tratta comunque di un esecutivo che, per quanto nato sull'inciucio con chi ha rovinato questo paese, è composto da molte persone competenti, giovani e non politichesi. Che ci piaccia o no, se vogliamo sperare che qualcosa cambi bisogna anche puntare su questo governo, e lo dico con il cuore in mano. Anche perché come ha detto, purtroppo, il Presidente Napolitano, alternative non ci sono. Ci sarebbero state se il M5S avesse appoggiato esternamente un governo Bersani, ormai abortito e nel dimenticatoio della Storia.
Ci vuole realismo in momenti come questo, e se il governo Letta fallirà, non posso immaginarmi scenari ancora peggiori.

Ed è in questo contesto che s'inserisce la sparatoria di oggi. Nelle prossime ore sapremo altri dettagli, ora non voglio descrivere quello che è successo. Ma m'interessa esprimere un commento a caldo. Che sia un gesto isolato di uno squilibrato o che ci siano dietro trame più oscure, i fatti di Piazza Colonna di stamattina sono sintomo di un disagio sociale enorme in questo paese. Un gesto emblematico della distanza percepita dai cittadini e dalla società civile verso la classe politica, indigesta di un vero rinnovamento e che si riproduce per partenogenesi. Perché poi è facile attuare tale processo mentale, quando si legge certi nomi accanto a santi del complottismo come Bildenberg, commissione Trilaterale e via dicendo.

Il potere fine a se stesso, non al servizio dei cittadini. 
Un'Italia in crisi, allo sbando, dove vecchi caimani di mascherano con facce nuove, ed i veri nuovi non emergono mai. L'Italia descritta magistralmente da Tomasi di Lampedusa, "tutto cambia affinché nulla cambi".
Un paese che vive la crisi, che sente di non avere più futuro. Che si abitua orribilmente a ricevere notizie di pensionati impiccati perché non arrivano a fine mese, d'imprenditori che si suicidano....Un paese che non conta più i troppi morti sul lavoro, dove tematiche di sfruttamento di lavoratori immigrati e condizioni di sicurezza non rispettate per i costi s'intrecciano. 
Un paese in cui la violenta dialettica politica fagocita tutto e rivomita in strumentalizzazioni.
Per questo dico che dobbiamo stare attenti. 
Attenti a dire che è colpa di Grillo e della retorica agressiva del M5S. Questo di chiama fascismo: strumentalizzare questi fatti per annientare l'avversario politico di cui abbiamo paura, o qualcuno che vogliamo distruggere. Così fece Hitler incendiando il Reichstag. 
Per quanto non condivida molti aspetti nè la retorica, il M5S è chiaramente espressione di un'esigenza della società civile di cambiamento della classe politica, della cosidetta "casta". Perchè, non dimentichiamoci che a sbeffeggiare troppo gente incompetente come la Lombardi o Crimi, la casta comunque esiste ed ha causato molti danni all'Italia.
Certamente, il discorso vale anche nell'altra direzione. Che i grillini non strumentalizzino questo fatto per la loro battaglia politica, sarebbero solo dei vili.
Attenti a dire che l'attentatore è un uomo del sud, e quindi strumentalizzare la questione meridionale.
E così via.
Un pazzo certo, che dovrà assolutamente pagare per le sue azioni. Ma anche un uomo, un padre di famiglia, che ha perso il lavoro recentemente. 
Perché mentre Enrico Letta giurava come nuovo Presidente del Consiglio, uno squilibrato gridava il suo disagio, che è anche quello di un paese allo stremo, diviso e che mai troverà la pace finché presuntuosi ed inquisitori pretenderanno di avere il Verbo su come salvare gli italiani.
Cercare un capo espiatorio, una categoria sociale verso cui rivolgere l'odio di questa situazione non servirà a niente, sennò a peggiorarla. E' in questi momenti che dobbiamo essere lucidi e non attuare una caccia alle streghe. Perché alla fine stiamo parlando del nostro paese, del nostro futuro. E sull'odio non si basa niente.