Stavolta il mio intervento non è nè un commento a caldo nè una riflessione su un recente evento di "cronaca politica", bensì un piccolo approfondimento su uno dei tanti aspetti della attuale legge elettorale italiana che ho sentito fare da un mio professore, che mi ha colpito e che vorrei un po' riproporre, includendoci il mio punto di vista.
Come si sarà intuito dal titolo, parlerò della cosiddetta lista bloccata, uno degli aspetti più criticati della nostra legge elettorale a livello
nazionale e, per me che scrivo, vista la regione in cui vivo, anche a livello regionale. Sembra quasi un coro unanime quello che critica e si oppone alla lista che non prevede per l'elettore la possibilità di esprimere alcuna preferenza sui candidati. E, premetto, anche io credo che questo sia un aspetto negativo delle leggi elettorali di cui parlavo. Tuttavia è interessante andare a vedere quali siano gli effettivi inconvenienti e quali invece siano anche i pregi della lista bloccata e alla fine arrivare ad una conclusione.
nazionale e, per me che scrivo, vista la regione in cui vivo, anche a livello regionale. Sembra quasi un coro unanime quello che critica e si oppone alla lista che non prevede per l'elettore la possibilità di esprimere alcuna preferenza sui candidati. E, premetto, anche io credo che questo sia un aspetto negativo delle leggi elettorali di cui parlavo. Tuttavia è interessante andare a vedere quali siano gli effettivi inconvenienti e quali invece siano anche i pregi della lista bloccata e alla fine arrivare ad una conclusione.
Cominciamo con i pregi di un sistema elettorale che prevede liste bloccate. Innanzitutto, e a me non sembra un aspetto secondario, nel nostro caso chi compila le liste (partiti, leader) è obbligato a rispettare delle quote prefissate rispetto al genere: almeno un tot. di donne devono essere in lista e in determinate posizioni (non tutte in fondo!), dimodochè siano sicuramente elette, proprio perchè l'ordine della lista deciso dall'alto non si può modificare con le preferenze degli elettori. I dati dimostrano che la gran parte delle preferenze (quando c'erano) sono sempre andate a candidati uomini e quindi questo meccanismo sembra positivo se visto in relazione alla composizione mista uomo/donna del Parlamento.
Un secondo pregio della lista bloccata è che, forse paradossalmente, favorisce il ricambio della classe dirigente. Sempre i dati ci dicono che in Parlamento arrivano più "facce nuove" con le liste bloccate che con le preferenze. Infatti, per quanto a compilare le liste e a decidere l'ordine dei candidati siano gli "stati maggiori" dei partiti, questi inseriscono comunque in lista alcuni candidati "nuovi" che verranno sicuramente eletti, mentre nel caso in cui vengono eletti i candidati che hanno ricevuto più preferenze dagli elettori, è ovvio che avranno maggiore visibilità, maggiori mezzi, risorse, conoscenze, contatti e quindi maggiori preferenze proprio i già parlamentari rispetto alle "facce nuove".
Un altro aspetto positivo, forse il più importante, della lista bloccata è la possibilità di prevenire il voto di scambio, il clientelismo, il potere e l'influenza e la pressione dei gruppi di interesse (legali o no....). Quando c'erano le preferenze, le regioni in cui il maggior numero di elettori esprimeva preferenze erano Calabria, Campania, Sicilia. Sicuramente ci sarà stato un alto livello di informazione e di senso di efficacia tra la gente, però forse i motivi erano anche altri...!
I difetti della lista bloccata sono ovviamente la mancata legittimazione popolare degli eletti, la diminuzione del senso di efficacia per gli elettori, l'impossibilità per i cittadini di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento e la minore responsabilità degli eletti (Scilipoti docet).
Un'ultima cosa c'è da dire. Quando (con lista aperta) si parla di eletto responsabile di fronte agli elettori che gli hanno dato la sua preferenza, non si parla in realtà di una responsabilità di fronte a tutti gli elettori della propria regione o circoscrizione e nemmeno di fronte a una maggioranza di essi come in un collegio uninominale in cui c'è da votare o per Pinco o per Pallino. No, si parla di una piccola percentuale di elettori che esprime davvero e consapevolmente la propria preferenza. E quindi, alla fine, è come se chi non esprimesse la preferenza lasciasse decidere chi deve essere eletto a chi la esprime.
Per concludere, ecco allora quello che proponeva il mio professore e che a me sembra una buona e ragionevole idea: se dobbiamo mantenere un sistema proporzionale e quindi liste di candidati da eleggere, allora, visti sia i pregi che i difetti della lista bloccata (e per me i pur molti pregi non valgono i difetti), si potrebbero reinserire le preferenze ma, per far contare anche i voti di chi non esprime preferenza per un candidato, mettere delle soglie per essere eletti. Cioè: vengono compilate liste di candidati dall'alto, gli elettori possono esprimere preferenze, se un candidato supera una certa soglia di voti di preferenza viene eletto aldilà della posizione in cui è stato messo in lista, altrimenti non "scala" la lista, rimane al suo posto e, se poi è "fortunato" potrà comunque essere eletto.PIGNO