28 marzo 2012

Nuova legge elettorale: Alfano, Bersani, Casini e il ritorno alla Prima Repubblica


Nel mio ultimo post "Legge elettorale: Porcellum e possibili alternative", non molto recente visti esami vari e preparazione tesi, avevo provato ad illustrare brevemente i difetti del Porcellum, la legge elettorale italiana attualmente in vigore. Come si capisce da quell'intervento, il mio desiderio era e rimane quello di una modifica della legge elettorale.
Ieri i segretari dei tre partiti di maggioranza ci hanno provato. Alfano, Bersani e Casini sembrano essersi accordati su una bozza di legge elettorale che mette tutti d'accordo. Da quello che è emerso, la proposta sembra essere
quella di un proporzionale con reintroduzione del voto di preferenza – il che mi pare positivo – con soglie di sbarramento attorno al 4 – 5% e con un meccanismo di recupero voti che garantisce un diritto di tribuna ai partiti che non sono riusciti ad entrare in parlamento. Ma la novità vera sembra essere quella per cui la maggioranza parlamentare si deciderà sostanzialmente dopo le elezioni, con accordi e alleanze tra partiti, come succedeva prima del 1994. Infatti, se la legge seguisse la road map tracciata ieri dai tre segretari, si passerebbe da un premio di maggioranza del 55% dei seggi assegnato alla coalizione più votata (il che equivale a dire che chi vuole allearsi deve farlo prima del voto, perchè dopo il voto ci sarà comunque una maggioranza assoluta che rende inutili coalizzarsi in parlamento) a un
sistema che prevede la formazione di maggioranze parlamentari dopo il voto, ad opera dei partiti in parlamento. Ripeto, è quello che succedeva nella Prima Repubblica, fino al 1994. E' un colpo mortale inferto al bipolarismo per come l'abbiamo conosciuto negli ultimi 20 anni.
Come valutare questo cambiamento? E' un fatto positivo che si cerchi di evitare la formazione di 2 coalizioni pre-elettorali frammentate e raccatta-tutti che pur di ottenere la maggioranza assoluta includano tutti i partiti possibili immaginabili? Cioè, è un fatto positivo che si cerchi di assestare un colpo definitivo al bipolarismo ultraframmentato all'italiana?
La mia risposta è NO! Per lo meno non in questo modo. La frammentazione di una coalizione elettorale si riduce attraverso la creazione di una proposta politica a vocazione maggioritaria, seria, responsabile, credibile. Non attraverso il ritorno a logiche proporzionaliste, ultraparlamentari e consociative in stile prima repubblica.
Se si vuole ridurre la frammentazione all'interno di un contesto bipolare, si deve modificare innanzitutto l'offerta politica, non le regole elettorali. Perchè se ci si illude che la soluzione al problema del bipolarismo frammentato e muscolare degli ultimi 20 anni sia un ritorno al passato, allora, io credo, si butta via il bambino con l'acqua sporca.
Ma, d'altronde, perchè stupirsi se ieri al tavolo delle trattative c'era anche un certo Bersani, il quale, insieme al Pd, dopo una anno intero di evidente crisi di Berlusconi e del Pdl, non è stato in grado di mostrarsi come un'alternativa credibile e ha preferito buttarsi in un abbraccio parlamentare a sostegno dei tecnici che ora spesso mette in discussione?
PIGNO