Il 20 di questo mese si è festeggiato il nuovo anno Persiano, secondo il calendario Zoroastriano la più importante festa nazionale del paese di Ahmadinejad. Ed è proprio il presidente Iraniano “tornato” alla ribalta durante i funerali del Presidente venezuelano Hugo Chavez che in questi giorni sta mettendo in subbuglio il suo paese in vista delle elezioni presidenziali del 14 Giugno. Molti osservatori credono che non potendo più ricandidarsi per il terzo mandato Ahmadinejad cercherà di adottare la formula dei suoi vicini russi Medvedev/Putin, cercando di promuovere a suo successore il capo del suo staff, Esfandiar Rahim Mashae.
29 marzo 2013
28 marzo 2013
Un pre-incarico nella nebbia: gli scenari (parte III)
Gli ultimi due post sugli scenari possibili per il nuovo governo non sono stati semplici da scrivere. La confusione è l'unico dato certo e qualcosa è sicuramente sfuggito.
In particolare mi fa notare oggi il coautore di questo intervento che un settimo scenario - potabile alla pari di tutti gli altri per quanto ne sappiamo (ovvero quasi zero) - manca.
E manca il ragionamento che ci sta dietro. E dunque:
27 marzo 2013
Un pre-incarico nella nebbia: gli scenari (parte II)
di Francesco Pignotti
Dunque, dicevamo...
Scenario n°3: Governo Bersani di larghe intese Pd-Pdl-Centro
È questa l'ipotesi su cui tutti gli occhi sono puntati. Un governo Pd-Pdl, una riedizione dello spirito della Bicamerale D'Alema-Berlusconi, una Grosse Koalition che abbracci tutto l'"arco costituzionale",
26 marzo 2013
Un pre-incarico nella nebbia: gli scenari (parte I)
La distribuzione dei seggi al Senato (Il Post) |
Sento quasi come un obbligo quello di scrivere a proposito della situazione di stallo nella vicenda della formazione del prossimo governo italiano. Insomma, è quello di cui ogni blog di politica dovrebbe occuparsi in questi giorni confusi. Ci penso, cerco un appiglio, un punto di vista da privilegiare per affrontare in qualche modo la questione. Ma non ci riesco.
Avete presente la nebbia di cui parlava il Presidente Napolitano qualche giorno fa? Ecco, qualunque cosa intendesse lui, io sono in balìa di quella nebbia. E coi fari spenti. Vogliano perdonarmi i nostri lettori.
Le uniche certezze, purtroppo (o per fortuna), rimangono i numeri. Alla Camera la coalizione di centrosinistra può
21 marzo 2013
La vicenda dei due marò tra miopia diplomatica, populismo e scandali militari
di Filippo Barbagli
Domani, il
22 marzo 2013, scade il permesso speciale concesso dalla corte del
Kerala ai due fucilieri italiani della brigata San Marco, accusati di
aver ucciso due pescatori indiani lo scorso 15 febbraio 2012. ''I
nostri ragazzi'' -così l'appellativo affibbiato da politici e
giornalisti populisti- erano già potuti tornare in patria per le
vacanze natalizie, ed il permesso era stato concesso una seconda
volta per votare alle elezioni di fine febbraio. Allora
l'ambasciatore italiano, Mancini, s'impegnò solennemente sul ritorno
dei due marò in India. L'11 marzo, il ministro degli esteri Terzi ha
fatto sapere (ribadendolo poi via Twitter) che i due militari
resteranno in Italia per essere qui giudicati. Si è aperta quindi
una crisi politica, oltre a quella diplomatica già in atto da un
anno, che rischia di assumere toni più gravi: se entro domani i marò
non torneranno in India, l'Italia avrà ufficialmente violato degli
impegni internazionali.
12 marzo 2013
Perchè il nuovo papa verrà dall'America
di Filippo Barbagli
Extra omnes. Fuori tutti. E non sono i grillini a gridarlo, ma è la formula secolare che qualche ora fa ha sancito l'inizio del conclave, che eleggerà il nuovo pontefice dopo il dimissionario Benedetto XVI. La dottrina vuole che sia lo spirito santo a "guidare" i principi elettori di Santa Romana Chiesa nel momento della votazione. Ma oggi mi piacerebbe considerare più delle motivazioni di politica estera e strategia, alla base delle scelte che condurranno i cardinali vegliati dai nudi dipinti da Michelangelo.
Extra omnes. Fuori tutti. E non sono i grillini a gridarlo, ma è la formula secolare che qualche ora fa ha sancito l'inizio del conclave, che eleggerà il nuovo pontefice dopo il dimissionario Benedetto XVI. La dottrina vuole che sia lo spirito santo a "guidare" i principi elettori di Santa Romana Chiesa nel momento della votazione. Ma oggi mi piacerebbe considerare più delle motivazioni di politica estera e strategia, alla base delle scelte che condurranno i cardinali vegliati dai nudi dipinti da Michelangelo.
E non lo scrivo per nobilitare la disciplina che
studio, semplicemente perché credo che sia una chiave di lettura
indicativa, anche se non esaustiva. Lungi da
11 marzo 2013
Renzi e il futuro del PD, questa gioiosa smacchiatrice da guerra
Mentre sembra naufragare l'ipotesi di "governo 8 punti" Pd-M5S targato Bersani, mentre a destra si combattono disturbi visivi a colpi di visite fiscali, nel Pd si sta aprendo una partita che sarà decisiva per le sorti del partito nato appena 5 anni fa.
Il PD doveva essere un partito leggero, ma non lo è. Un partito a vocazione maggioritaria, ma non lo è. Un partito di elettori, più che di eletti e di iscritti, ma non lo è. Il PD, dopo 5 anni, è un qualcosa di profondamente diverso da quello che, almeno io,
7 marzo 2013
Le elezioni italiane e l'Europa
di Filippo Barbagli
Noi italiani siamo un popolo autocelebrativo, ci piace cullarci nell'idea che la nostra terra abbia dato i natali agli uomini più illustri della Storia. Poteva essere vero fino a qualche secolo fa, anzi, azzardiamoci, in certi ambienti, fino al secolo scorso. Ma il XX secolo, ed i primi decenni di quello attuale hanno regalato la celebrità internazionale a Mussolini, Berlusconi e da qualche giorno, Beppe Grillo (non parlatemi di calciatori, perché, con tutto l'emozionante rispetto, pur sempre di tirà du calci al pallone si tratta). Oggi Beppe Grillo tiene le sorti dell'Italia via Twitter. Chi tiene le sorti dell'Italia tiene quelle dell'euro. E sulle sorti della moneta unica si regge l'Unione Europea. E quindi il destino di 500 milioni di persone. Ed in ultima istanza quello del mondo.
Si salvi chi può.
Il PD e la "rottamazione". Cosa è cambiato rispetto alle primarie?
di Francesco Pignotti
In questi giorni c'è chi si diverte a confrontare le esternazioni fatte e le dichiarazioni rilasciate dai cosiddetti "anti-renziani" durante la campagna elettorale per le primarie con quelle rilasciate dagli stessi a partire dal martedì post-elettorale (lo fa ad esempio David Allegranti in questo articolo sul Corriere Fiorentino).
Magari è divertente, magari qualcuno si toglie qualche sassolino dalla scarpa a farlo; in ogni caso non è quello che intendo fare io. In politica d'altronde ci sta di cambiare idea, di sostenere una causa, di opporsi a quella del "nemico" e poi di fare ammenda dopo che i risultati ti danno torto. E così i liberi elettori, con voto
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