Oggi mi trovo inaspettatamente d'accordo con chi pure una sera ebbe a ripetere urlando "Meglio fascista che frocio!". La persona in questione è, come si sarà capito, una celebre nipote, non quella di Mubarack in questo caso, ma Alessandra Mussolini, la quale, insieme a molti altri, si è dichiarata contraria alla bocciatura in commissione della cosiddetta "Legge Concia", che istituiva una circostanza aggravante specifica per chi commette un reato "in ragione della omosessualità o transessualità della persona offesa". Nell'esprimere davvero brevemente quello che è il mio punto di vista, voglio prima di tutto precisare che lo farò non "tenendo di conto" di questioni diciamo "tecniche" (per esempio il fatto che il testo prevedeva che qualora sussista l’aggravante legata all’orientamento sessuale, le attenuanti
previste dall’ordinamento vigente non vanno applicate o il fatto che dell'espressione "orientamento sessuale" non sia data una definizione, né sia rinvenibile nell'ordinamento penale, etc.); mi rendo perfettamente conto che invece questioni come queste siano fondamentali nell'approvazione di una legge, ma faccio anche notare che il tempo a disposizione dei membri di commissione per analizzare ed eventualmente migliorare la proposta è stato di 960 giorni e che comunque, leggendo ed ascoltando dichiarazioni ed interviste, le reali motivazioni per cui la la proposta è stata bocciata non sembrano certo queste. Ciò che infatti si legge sui giornali o sul web (si vedano le dichiarazioni del sottosegretario Giovanardi) mostra che chi è favorevole alla bocciatura lo è perchè sostiene che una tale proposta sia "discriminatoria verso verso gli altri cittadini etero e violi il principio di uguaglianza tra i cittadini" (è sempre Giovanardi), oppure che in un'ottica liberale non sia corretto aumentare la pena sulla base del movente discriminatorio. Insomma, il punto è: è giusto, nonostante le difficoltà nel provare il movente di orientamento sessuale di un reato, una volta che questo sia stato provato, aggravare la pena? Ebbene, io credo di sì. Io credo che nessun altro verrebbe discriminato nè che sarebbe messo in discussione il principio di uguaglianza tra i cittadini. Conosco perfettamente l'articolo 3 della Costituzione da molti tirato in ballo: il primo comma recita infatti "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali". Ma conosco altrettanto bene anche il secondo comma dello stesso articolo, che recita "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana..." e so che questo significa che spesso, per giungere ad una uguaglianza sostanziale tra persone, è necessario un trattamento formalmente DISEGUALE, differenziato. Anche a me piacerebbe molto vivere in una società in cui nessuno possa discriminare qualcuno a causa dei suoi orientamenti sessuali (compiendo un reato! qui non si sta parlando di esprimere un'OPINIONE favorevole o meno all'omosessualità o alla transessualità) e in cui non ci sia bisogno di uno strumento normativo volto ad aggravare la punizione per chi lo fa. Ma purtroppo la realtà è un'altra. E richiede, io credo, che la legge rafforzi e supplisca il senso civico, il rispetto per la dignità della persona altrui, il buonsenso o chiamatelo come volete. Qui si parla di insultare, picchiare e aggredire qualcuno solamente perchè sviluppa la sua persona umana in modo differente da altri (senza violare alcuna legge o commettere reati!!!). Quando davvero vivremo in una società in cui invece l'orientamento sessuale o l'identità di genere non potrà più costituire il movente di un reato, allora forse non ci sarà più bisogno di una legge come quella di cui stiamo parlando. "E' una buona idea. Oggi come oggi c'è un'emergenza, una forte discriminazione contro gli omosessuali, magari in un futuro, in una società più civile non ci sarà più bisogno di una legge così" diceva appunto la Mussolini. Se non avesse detto, fatto e disfatto tutto ciò che ha detto, fatto e disfatto, la taccerei quasi di buonsenso!
previste dall’ordinamento vigente non vanno applicate o il fatto che dell'espressione "orientamento sessuale" non sia data una definizione, né sia rinvenibile nell'ordinamento penale, etc.); mi rendo perfettamente conto che invece questioni come queste siano fondamentali nell'approvazione di una legge, ma faccio anche notare che il tempo a disposizione dei membri di commissione per analizzare ed eventualmente migliorare la proposta è stato di 960 giorni e che comunque, leggendo ed ascoltando dichiarazioni ed interviste, le reali motivazioni per cui la la proposta è stata bocciata non sembrano certo queste. Ciò che infatti si legge sui giornali o sul web (si vedano le dichiarazioni del sottosegretario Giovanardi) mostra che chi è favorevole alla bocciatura lo è perchè sostiene che una tale proposta sia "discriminatoria verso verso gli altri cittadini etero e violi il principio di uguaglianza tra i cittadini" (è sempre Giovanardi), oppure che in un'ottica liberale non sia corretto aumentare la pena sulla base del movente discriminatorio. Insomma, il punto è: è giusto, nonostante le difficoltà nel provare il movente di orientamento sessuale di un reato, una volta che questo sia stato provato, aggravare la pena? Ebbene, io credo di sì. Io credo che nessun altro verrebbe discriminato nè che sarebbe messo in discussione il principio di uguaglianza tra i cittadini. Conosco perfettamente l'articolo 3 della Costituzione da molti tirato in ballo: il primo comma recita infatti "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali". Ma conosco altrettanto bene anche il secondo comma dello stesso articolo, che recita "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana..." e so che questo significa che spesso, per giungere ad una uguaglianza sostanziale tra persone, è necessario un trattamento formalmente DISEGUALE, differenziato. Anche a me piacerebbe molto vivere in una società in cui nessuno possa discriminare qualcuno a causa dei suoi orientamenti sessuali (compiendo un reato! qui non si sta parlando di esprimere un'OPINIONE favorevole o meno all'omosessualità o alla transessualità) e in cui non ci sia bisogno di uno strumento normativo volto ad aggravare la punizione per chi lo fa. Ma purtroppo la realtà è un'altra. E richiede, io credo, che la legge rafforzi e supplisca il senso civico, il rispetto per la dignità della persona altrui, il buonsenso o chiamatelo come volete. Qui si parla di insultare, picchiare e aggredire qualcuno solamente perchè sviluppa la sua persona umana in modo differente da altri (senza violare alcuna legge o commettere reati!!!). Quando davvero vivremo in una società in cui invece l'orientamento sessuale o l'identità di genere non potrà più costituire il movente di un reato, allora forse non ci sarà più bisogno di una legge come quella di cui stiamo parlando. "E' una buona idea. Oggi come oggi c'è un'emergenza, una forte discriminazione contro gli omosessuali, magari in un futuro, in una società più civile non ci sarà più bisogno di una legge così" diceva appunto la Mussolini. Se non avesse detto, fatto e disfatto tutto ciò che ha detto, fatto e disfatto, la taccerei quasi di buonsenso!
PIGNO