di Francesco Pignotti
Il condizionale passato va di
moda in queste ore. Ma, un po’ perché è inevitabile ed un po’ perché posso dire
che nel mio caso è stato a suo tempo declinato all’indicativo presente, voglio
dire che sarebbe servito un Pd omeopata. Già, un Pd ed un centrosinistra
omeopati.
L’omeopatia cerca di curare un
male facendo ricorso a quello stesso male, ma utilizzandolo e somministrandolo
al paziente in una quantità fortemente diluita, secondo il principio di
similitudine del
farmaco.
L’omeopatia forse non funzionerà
in campo medico, ma credo che nel contesto politico italiano attuale,
segnatamente all’interno del centrosinistra, una strategia di tipo omeopatico
non avrebbe certo guastato all’Italia e agli italiani.
Il centrosinistra poteva –
doveva, secondo chi scrive – curare il simile con il simile innanzitutto dando
vita e corpo, finalmente, ad un’offerta politica che abbandonasse le antiche ed
anacronistiche vesti di un partito di massa socialdemocratico post-comunista
che non ha più ragione di esistere. Il male da sconfiggere erano il
berlusconismo, il leghismo, il populismo demagogico, il liberismo sfrenato? Il
centrosinistra avrebbe dovuto chiedersi perché per così tanto tempo questi
–ismi sono stati maggioranza nel paese, provare a capire, ad ascoltare,
umilmente, sporcandosi le mani e immergendosi nel paese reale, ed avvicinarsi a
questi elettori, facendo proprie le loro richieste, le loro esigenze, i loro
problemi, cercando di convincerli che le proprie soluzioni erano migliori di
quelle di chi finora ha promesso ma fallito. Invece si è chiuso in sé stesso,
si è arroccato nella facile quanto illusoria dimensione valoriale popolata da
chi “già la pensa come noi”, respingendo i “compagni che sbagliano”, incapaci
di comprendere che le nostre soluzioni sono quelle giuste (già, “L’Italia
Giusta”…).
In secondo luogo avrebbe poi
dovuto curare il simile con il simile di fronte alla nuova sfida rappresentata
dal successo del Movimento 5 Stelle. Avrebbe cioè dovuto chiedersi il perché di
tutto questo, intercettando il malumore, la rabbia e la disillusione dei simpatizzanti
di questo movimento, facendo proprie alcune delle sue proposte, quelle maggiormente
dettate dal buonsenso. Avrebbe dovuto fare questo, invece di sparare alzo zero
contro milioni di elettori ed elettrici giudicati incapaci di intendere e di
volere e invece di demonizzare e criminalizzare il M5S ed il suo leader, come a
più riprese è stato fatto.
Invece niente di tutto ciò è
avvenuto. L’offerta politica del centrosinistra si è limitata a riaffermare i
propri valori, dipingendoli come moralmente superiori. Intendiamoci, chi scrive
ne condivide la gran parte, ma in democrazia con la sola bontà dei valori si
vince il premio della critica, non le elezioni. In democrazia serve convincere
gli elettori a farsi votare, e per fare questo bisogna sporcarsi le mani. La
democrazia è compromesso; preelettorale, non postelettorale. E’ negoziabilità
di alcuni valori, di idee, di proposte, di programmi di fronte agli elettori.
Non alleanze parlamentari in funzione governativa e spartizione di poltrone e
posti in commissione.
Chi non lo capisce continuerà a
perdere, consolandosi col premio della critica, imprecando contro la democrazia
e gli elettori che sbagliano. Mentre gli altri (o nessuno) governa(no).