12 giugno 2011

Il quorum più vicino e la nostra occasione


Ore di mobilitazione e partecipazione elettorale. Ore di esercizio di democrazia. Ore importanti; meglio, ore che possiamo rendere importanti.
Il referendum abrogativo è uno strumento sancito dalla Costituzione, a disposizione dei cittadini italiani però solo dal 1970. I referendum abrogativi per cui si è votato da allora sono stati molti, con risultati e conseguenze diversi.
Visto che sono da poco usciti i dati sull'affluenza alle 12.00 per i 4 referendum di oggi e domani, si può fare un confronto con i dati sull'affluenza per i referendum del passato. Prima però bisogna dire che i referendum, al di là dei quesiti specifici (che restano comunque la cosa fondamentale, come avevo detto anche nell'intervento di qualche giorno fa), hanno anche inevitabilmente un peso e delle conseguenze politiche importanti e dicono molto del rapporto tra italiani e politica nel momento storico in cui si
svolgono. E quindi, prima di prendere in considerazione i dati sui referendum passati, bisogna inquadrarli in periodi e fasi di riferimento. Brevissimamente, dunque, possiamo parlare di una prima fase (dal referendum sul divorzio nel 1974 fino a quello del 1985 sulla "scala mobile") con una elevatissima affluenza, una seconda dal 1987 al 1990 con una partecipazione elettorale più bassa (nel 1987 ci fu il primo referendum sul nucleare) e il primo mancato quorum nel 1990, poi la fase dei celeberrimi referendum del 1991 e 1993 che hanno travolto i partiti tradizionali, un'intera classe dirigente che è stata spazzata via nel passaggio da prima a seconda repubblica (affluenza elevatissima), infine una fase che va dal 1997 a oggi, con 21 quesiti referendari, senza nemmeno un quorum raggiunto. Oggi e domani può aprirsi una nuova fase. E ad aprirla, se così sarà, saremo noi cittadini. Il livello di partecipazione in ognuna di quelle fasi significava qualcosa: nella prima era elevatissima forse perchè gli elettori erano totalmente identificati nei partiti storici tradizionali e ogni voto (elezione o referendum) era un'occasione per riconfermare la propria identità politico/ideologica; nei due referendum del 1991 e 1993 i cittadini hanno invece voluto "scendere in campo" (Silvio mi perdonerà per lo scippo dell'espressione) e dire la loro direttamente, manifestare il loro disagio, il loro scontento, la loro rabbia, la loro voglia di cambiamento e di novità; l'ultima fase invece denota forse una certa "stanchezza" dei cittadini, una certa lontananza, una certa mancanza di interesse per la politica e per i vari quesiti sottoposti a referendum.
Oggi e domani possiamo aprire una nuova fase. Possiamo per la prima volta, dal 1995 a oggi, tornare a contribuire al raggiungimento del quorum (non a caso una soglia prevista dalla Costituzione proprio al fine di dare la giusta e necessaria dimensione all'esito del referendum abrogativo), ognuno col suo voto, ognuno recandosi a votare, ognuno nel suo piccolo, ognuno testimoniando a affermando il suo interesse su temi che ci riguardano, ci riguardano tutti.
Abbiamo una grande occasione. L'occasione di dimostrare, come fu - per altri versi e in altri contesti certo - nel 1974 o nel 1991/1993, che ci interessa, che noi siamo attenti, informati, consapevoli e che vogliamo per questo dire la nostra, vogliamo poter essere noi a decidere su ciò che ci riguarda. Vogliamo diventare i cittadini che con il referendum del 2011 hanno testimoniato il loro interesse per la Politica, la loro voglia di partecipare, la loro voglia di decidere su ciò che li riguarda.
Come dicevo sopra, i dati sull'affluenza alle ore 12.00 di oggi sembrano confortanti ed incoraggianti. Vi consiglio vivamente di dare un'occhiata a questa tabella (CLICCA QUI), con la quale si può mettere a confronto il dato sull'affluenza dei diversi referendum della storia italiana e soprattutto notare i dati sull'affluenza alle ore 11.00 o 12.00 e vedere poi qual'è stato l'esito definitivo.
Sembrerebbe che ci sia da divertirsi...!
PIGNO